Migrazioni: card. Koch (Santa Sede) su accoglienza e soccorsi in mare, “i cristiani lo fanno perché credono in Dio e Dio non è soltanto il Dio dei cristiani ma è Dio per tutti gli uomini”

“I cristiani lo fanno perché credono in Dio e Dio non è soltanto il Dio dei cristiani ma è Dio per tutti gli uomini”. Risponde così, in un’intervista al Sir, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, sul perché sono spesso le Chiese ad essere in prima linea in Europa in progetti di accoglienza per “migranti e integrazione. Dai corridoi umanitari ai soccorsi in mare. “Come ha detto Gesù nel Vangelo di Matteo al capitolo 25”, spiega Koch, “in tutti coloro che sono malati, che soffrono, che sono bisognosi, Cristo è presente. Aiutare chi è fuggito da Paesi lontani, è per noi cristiani andare incontro a Cristo. C’è una presenza reale di Gesù Cristo nei poveri, nei bisognosi. Se crediamo che Cristo è presente in questo mondo, dobbiamo vedere la sua presenza in questi uomini”. Il cardinale interviene sul tema della migrazione perché il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si celebra dal 18 al 25 gennaio, è quest’anno: “Cercate di essere veramente giusti” (Deuteronomio 16, 18-20). “La grande sfida dell’immigrazione – aggiunge il porporato – è una grande crisi dell’Europa: possiamo risolvere questo problema soltanto con una più grande solidarietà tra i differenti Paesi. E questo manca. In questo senso la crisi della migrazione è crisi dell’Europa”.

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