Emergenza freddo: Roma, ha aperto le porte il Centro di accoglienza per senza fissa dimora a Colle Oppio

Da ieri, lunedì 14 gennaio, ha aperto le porte a Colle Oppio, in via Guicciardini 13, il Centro di accoglienza per persone senza fissa dimora realizzato dal Primo Municipio in collaborazione con Binario 95, Acli Roma e AutonomaMente. 28 posti letto all’interno della struttura messa a disposizione dalle religiose dell’Istituto delle Figlie di Sant’Anna, per offrire un’alternativa notturna alla strada e al freddo di questi giorni che sta facendo vittime tra chi vive per strada, 10 dall’inizio dell’anno.
“Anche quest’anno abbiamo voluto mettere in piedi un progetto in grado di garantire attenzione alla dignità delle persone, offrendo accoglienza notturna e pasti caldi all’interno di uno spazio bellissimo”, commentano l’assessore alle Politiche sociali del Municipio I, Emiliano Monteverde, e la presidente della Commissione Politiche sociali, Claudia Santoloce.
“Con questo progetto – aggiunge Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e Provincia – rispondiamo ai tanti appelli, in particolare quelli di Papa Francesco, per aiutare chi è in difficoltà in questo periodo di freddo intenso. Oltre a garantire la cena e la colazione, aiuteremo le persone nell’esigibilità dei diritti e nell’ascolto psicologico, offrendo momenti di condivisione tra le persone accolte e i volontari, attraverso serate con film e musica”.
“L’apertura di questo rifugio è un altro piccolo seme di speranza che vogliamo piantare nella nostra città, pure a fronte delle necessità enormi di Roma, con 16.000 persone che vivono senza dimora – dichiara Alessandro Radicchi, presidente di Europe Consulting onlus e fondatore di Binario 95 -. Nel progettare il Rifugio Sant’Anna con il Municipio Roma I, abbiamo pensato di rivolgerci prioritariamente alle donne, a quelle che, nonostante abbiano messo in campo tutte le loro forze, hanno ancora bisogno di una mano per rimettersi in sesto e riattivare le loro potenzialità. Perché quando si aiuta una donna, si aiuta la vita”. “L’obiettivo – concludono i promotori – non sarà quindi solo offrire loro un tetto, ma una vera e propria casa dell’accoglienza e della solidarietà”.

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