Brexit: deputata britannica Siddiq rinvia il parto per votare questa sera a Westminster

Tulip Siddiq, parlamentare laburista a Westminster

(Londra) “Vale la pena che io combatta per un mondo dove ci sono maggiori probabilità di un forte rapporto tra la Gran Bretagna e l’Unione europea anche se questo vuol dire far nascere mio figlio in ritardo”. Parole di Tulip Siddiq, la parlamentare laburista che ha deciso di ritardare il parto per poter votare questa sera a Westminster. Si respira l’eccezionalità dell’occasione fuori dal Parlamento britannico dove sventolano decine di bandiere dell’Unione europea. Ma a manifestare c’è anche chi si dichiara a favore della Brexit, con scritte che inneggiano al distacco della Gran Bretagna. “Leave means leave” (ovvero, dobbiamo andarcene davvero) o “Save Brexit”. A seguire gli sviluppi minuto per minuto sono diverse emittenti e su Londra sono discese decine di giornalisti stranieri. Il Parlamento voterà stasera alle 20 ora italiana sulle 585 pagine di accordo di recesso dall’Ue concordato dalla premier Theresa May con la Ue. Si parte con una serie di emendamenti che puntano a modificare il trattato anche se dal voto si prevede la sconfitta peggiore subita da un governo britannico negli ultimi novantacinque anni.
Tulip Siddiq, la parlamentare laburista che ha deciso di ritardare di due giorni il suo parto cesareo, per poter votare questa sera a Westminster, arriverà in una sedia a rotelle. Il sistema britannico, che secondo molti deputati andrebbe modificato, non consente, infatti, di votare per procura. È già capitato in passato che parlamentari venissero portati nelle vicinanze del Parlamento in ambulanza: il loro voto sarebbe stato valido, infatti, purché si trovassero in prossimità dell’aula principale. L’accordo firmato da Theresa May con Bruxelles è già stato bocciato dalla Camera dei Lord, ieri sera, con 321 voti contro e 152 a favore. Anche se i pari del Regno hanno soltanto potere consultivo, hanno avvertito del rischio di un “no deal”, un’uscita senza accordo dall’Unione europea. “Il no deal – hanno detto i Lord – danneggerebbe la futura prosperità economica, la sicurezza interna e l’influenza globale del Regno Unito”. Dopo la sconfitta, la May ha tre giorni di tempo per tornare dal Parlamento con un piano B. Secondo la Bbc la premier andrà ancora a Bruxelles, mercoledì, per ottenere qualche nuova concessione dalla Ue. L’accordo, così modificato, sarebbe votato di nuovo lunedì prossimo.

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