Argentina: i “curas villeros” della Commissione per i diritti umani contro la proposta di abbassare da 16 a 14 anni l’età per la punibilità

A due anni di distanza da un precedente tentativo del ministero della Giustizia e dei Diritti umani, torna d’attualità in Argentina la proposta di abbassare da 16 a 14 anni l’età per la punibilità dei reati. Nel dibattito interviene la Commissione per i diritti umani e l’inclusione, che parla di “proposte semplicistiche ed elettoralistiche, che non guardano al tema nella sua complessità”. Una presa di posizione che richiama quella assunta, due anni fa, dalla Commissione nazionale della pastorale delle dipendenze e tossicodipendenza, nel reclamo di un autentico rispetto dei diritti dell’infanzia, come esigenza primaria rispetto all’aspetto penale.
La Commissione per i Diritti umani e l’inclusione, organismo composto da sacerdoti, laici, esperti ed operatori sociali, e in particolare da alcuni conosciuti “curas villeros” come padre “Pepe” Di Paola, padre “Toto” De Vedia e padre “Charly” Olivero, fa notare che “l’attuale contesto di crisi accentua la mancanza del rispetto delle responsabilità che il mondo adulto ha verso i giovani. Secondo uno studio dell’Unicef il 48% dei bambini, bambine ed adolescenti è povero”. Pensare “che l’abbassamento dell’età di punibilità sia una risposta alla sicurezza dei cittadini” è “demagogia punitiva e significherà allargare nella società gli spazi per la violenza, convertendo gli adolescenti in nemici sociali”. Prosegue la Commissione: “Riteniamo responsabili i dirigenti, i governanti e i comunicatori populisti, i quali dicono quella che la società ‘bolsonarizzata’ vuole ascoltare, anche a costo di sacrificare per alcuni voti la dignità inalienabile dei nostri e delle nostre adolescenti”.

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