Italia: Taccolini (prorettore Univ. Cattolica del Sacro Cuore), “un Paese che non protegge i cervelli in fuga e ignora il valore della famiglia”

(da Senigallia) Voce anche al mondo universitario nella giornata conclusiva del seminario nazionale di studio e formazione promosso in questi giorni a Senigallia dal Movimento cristiano lavoratori, con l’intervento di Mario Taccolini, prorettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Partendo dal tema chiave dell’incontro “Dai diritti alla responsabilità. Un nuovo futuro per il Paese” e con riferimento al libro curato dal giornalista Alessandro Barbano “Troppi diritti. L’Italia tradita dalla libertà”, Taccolini si è soffermato sui concetti di “libertà e verità nella prospettiva apparentemente remota ma cogente di un bene comune che è l’orizzonte legittimo e indispensabile per la sopravvivenza umana”. Per il docente Barbano, con il suo volume, “è la testimonianza di un élite che ha il coraggio di dire il vero con franchezza inequivocabile”. In particolare, guardando al futuro delle giovani generazioni, il prorettore dell’Università Cattolica non si può negare che il nostro, attualmente, si mostra come “un Paese che non protegge i cervelli in fuga e ignora il valore della famiglia, così come si sottovaluta la dimensione della solidarietà sociale, dell’istruzione”. “Queste pagine – ha aggiunto, sfogliando passo passo il volume di fronte alla platea di circa 500 dirigenti Mcl – meritano di accendere un dibattito e un confronto, specie attraverso i diversi passaggi nodali in cui si intravedono una convinta ricerca e quegli sprazzi e condizioni di verità ulteriore, recuperando un realismo onesto, condiviso e responsabile, con una valenza quasi pedagogica che non rischia il narcisismo ozioso individualistico”. Di qui, una nota ‘critica’ che non risparmia il contesto accademico: “L’università pecca ancora di una certa autoreferenzialità che coinvolge la politica, la giustizia, il giornalismo e, più in generale, ad interrogarsi dovrebbero essere la comunicazione pubblica, la scuola e la formazione, ossia le frontiere in cui il pensiero cattolico sono chiamate ad esprimersi con passione, fedeltà, diuturna dedizione e intelligenza”. “Guai, pertanto – conclude Taccolini -, a dismettere le nostre responsabilità di formatori. Questo è il terreno in cui si giocano la sfida della nostra coscienza di cattolici, chiamati ad essere, di questa verità, interpreti e testimoni credibili”.
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