Discernimento: p. Chryssavgis (Patriarcato Ecumenico), “se vita interiore è in disaccordo con comportamento esteriore le conseguenze sono devastanti anche per ambiente sociale e naturale”

(da Bose) – “La verità è che abbiamo bisogno sempre più e disperatamente del dono del discernimento, in un mondo che diviene progressivamente più nero. Dopo tutto, il discernimento spirituale può offrire protezione e direzione in un tempo in cui tutti apparentemente hanno un’opinione virale su tutto – spesso con poca discrezione, considerazione o verifica”. Lo ha affermato questa mattina padre John Chryssavgis, arcidiacono del Patriarcato Ecumenico e consultore teologico del patriarca Bartolomeo, intervenendo alla giornata conclusiva del Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa dal titolo “Discernimento e vita cristiana” svoltosi al monastero di Bose. Parlando de “La via della consapevolezza e dell’autenticità nella Chiesa oggi”, padre Chryssavgis ha osservato che “quel che manca sovente nelle nostre Chiese e nei nostri confessionali è un genuino senso di discernimento, inteso non tanto come strumento moralistico” ma come “un mezzo spirituale o un metodo di penetrazione e interpretazione, come un modo per guidare le persone fuori da un blocco e da uno stato di insensibilità spirituale, rendendole capaci di percepire il mondo con delle lenti differenti, con gli occhi di Dio in definitiva”. L’arcidiacono si è soffermato poi sull’“utilizzo errato” e sull’“abuso di autorità nei circoli contemporanei della gerarchia ecclesiastica e dei monasteri, in cui la linea di demarcazione tra discernimento e trasparenza o responsabilità è sfumata e persino infranta”. E se “il discernimento è sempre positivo e costruttivo”, funge da “balsamo per l’anima”, padre Chryssavgis ha ammonito che “il discernimento è insufficiente, persino inopportuno, quando giunge a scapito dell’amore”. E se bisogna imparare “a distinguere tra quel che è bene e quel che è male per me” questo “non può essere valutato senza tenere conto delle sue conseguenze sugli altri”. Inoltre, ha proseguito, “il discernimento smaschera l’adesione falsa e meccanica alle regole religiose e alle rigide regolamentazioni” così come “cancella le chiacchiere e le sciocchezze politiche, specie nei circoli ecclesiastici e religiosi”. L’arcidiacono ha anche rilevato come “la disciplina del silenzio è parte vitale del discernimento”. “La tragica verità – ha rilevato – è che i direttori spirituali sono impazienti di parlare, bramosi di insegnare”. Inoltre, “il discernimento autentico riconosce la causa dell’errore e la fonte dello sbaglio in se stesso, non altrove”. “Altrimenti – ha spiegato – come potremmo spiegare le disposizioni di alcuni gerarchi ortodossi che rintracciano nel sionismo l’origine del male globale, nell’ateismo la ragione del disastro naturale, nell’ecumenismo l’abbandono dell’ortodossia?”. Padre Chryssavgis ha anche posto l’accento sul fatto che “quando la nostra vita interiore è in disaccordo con il nostro comportamento esteriore le conseguenze spirituali ed emotive sono devastanti sia per noi che per gli altri, così come per l’ambiente sociale e naturale che ci circonda”.

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