Comunicazione: Delle Foglie, “filtrare la falsa informazione ed essere ponte di qualità”

(da Senigallia) Pervasività dell’informazione in Rete, editoria online, bufale e verifica delle fonti. Di fronte a una nutrita platea costituita da numerosi giovani, sul tema “Comunicazione e tecnologia: tra fake news e uso responsabile dei social media” si è chiusa la sessione conclusiva del seminario nazionale di studi e formazione organizzato dal Movimento cristiano lavoratori a Senigallia. A relazionare sulla dimensione mediatica e, in particolare, sulle potenzialità delle tecnologie nel panorama digitale attuale, il giornalista Domenico Delle Foglie, già direttore del Sir. “Cosa ci suggerirebbe Popper se fosse vivo? Nel 1996 – ha esordito Delle Foglie – usciva il libro ‘Cattiva maestra televisione’ e, in esso, venivano messe in luce alcune preoccupazioni”: avvisaglie, in confronto alle sfide che oggi il Web, con le sue dinamiche in costante mutamento, impone. “Il tema del controllo della comunicazione è sempre un fattore inevitabile nelle cosidette ‘democrature’, ossia in quei Paesi, come la Russia di Putin o l’America di Trump, in cui la visione democratica si confonde con il regime totalitario”, ha aggiunto il relatore. “È accaduto che un nuovo leviatano è entrato nelle nostre coscienze, forte di una tecnologia incontrollata: Internet, con le sue piazze virtuali, ha portato nelle nostre vite, nelle istituzioni, il seme dei social network: qualcosa di talmente pervasivo da dettare, e Twitter ne è un esempio, le notizie diffuse dai telegiornali. Tutto questo, ovviamente, si è accentuato con l’avvento dei movimenti sovranisti”. Si crea, in questi termini, “un rapporto comunicativo diretto tra potere politico e pubblico: questa è la nuova retorica, questo è il mutato dialogo in cui, indubbiamente, va ripensata una nuova antropologia”. Tra like, apprezzamenti e polarizzazione del dissenso, aggressività e imperanti dirette Facebook, è venuto meno “l’impegno a relazionarsi con la stampa a favore del cicaliccio della Rete, che sovente sfocia in odio sociale attraverso termini coniati ad hoc come ‘oppressi’, ‘nemici’, ‘parassiti’. A questa riscrittura della storia occorre opporsi: l’appello è rivolto ai giovani”. “La tv – ha concluso Delle Foglie – rimarrà comunque dominante nel duello con i social, destinati ad essere missili ‘terra terra’, ma la differenza la faremo noi giornalisti in grado di filtrare la falsa informazione ed essere ponte di qualità per veicolare notizie verificate: non vale il ‘sentito dire’ e ricercare l’attendibilità della fonte, allargando le coscienze ristrette, accettando la competizione valoriale dei social stessi e ricercando lo spazio pubblico, è già un buon lavoro per noi stessi e la comunità”.

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