Società: Rosboch (Univ. Torino), “corpi intermedi favoriscono impegni e responsabilità”

(da Senigallia) I corpi intermedi come via necessaria per il rilancio del nostro Paese. Su questo si è concentrato l’intervento di Michele Rosboch, professore di Storia del diritto medievale e moderno dell’Università degli Studi di Torino, relatore del seminario nazionale Mcl in corso a Senigallia. “La dottrina sociale della Chiesa non ha mai dimenticato la valenza di questa tematica – sostiene Rosboch – perché attraverso la concezione dell’uomo e della società ci permette di affrontare il domani. L’attacco ai corpi intermedi, che non sono tutti uguali e non sono immuni da rischi, ha una radice lontana: perchè è prevalsa una cultura della disintermediazione, questo è il fulcro della domanda da porsi”. Questo punto di partenza è “fondamentale per orientare il giudizio sulla politica e sulla militanza”. Si pensa di “fare a meno dei legami sociali”, schiacciati su un individualismo sempre più evidente, ha aggiunto il docente, e tutto ha avuto inizio con l’affermazione del pensiero che “l’uomo appartiene a se stesso: il resto, ambito lavorativo, sociale, familiare e religioso, è stato interpretato come ostacolo alla realizzazione dell’uomo”. Secondo Rosboch, inoltre, “la messa in discussione dei corpi intermedi è stata attuata, di fatto, tramite una realtà politica, lo Stato, che ha iniziato a deligittimare e tagliare le radici degli stessi corpi intermedi”. Tutto ciò, nel corso degli anni, “ha trovato poi un’accelerazione con l’innovazione tecnologica”, cui si è sommata la convinzione che era “una conquista affermare che più l’uomo è solo, più è libero”. “I corpi intermedi costituiscono quelle realtà che, legando tra loro gli esseri umani, favoriscono impegni e responsabilità e hanno il potere di educare la libertà: in più, la pluralità dei corpi intermedi ha legittimato i poteri pubblici, in cui la società si risolveva”.

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