Migranti: Arci, “il decreto su asilo e immigrazione trasuda cattiveria”. Al via mobilitazione permanente

“Un passo indietro così pesante rappresenta una pietra tombale sul diritto d’asilo e l’accoglienza di coloro che chiedono protezione in Italia”. Questo è il commento dell’Arci opo aver letto la bozza del cosiddetto “decreto legge Salvini” sul diritto d’asilo e l’immigrazione. Un testo che “desta molte preoccupazioni a partire dalle necessità e urgenze identificate per l’emanazione dei provvedimenti elencati”. La bozza si si apre con “la dichiarazione di urgenza legata alla necessità di non riconoscere più la titolarità a un permesso umanitario a coloro che pur non avendo i requisiti per il riconoscimento della protezione internazionale vivono situazioni di vulnerabilità tali da non poter rientrare nel proprio Paese senza mettere a rischio la loro salute e la loro dignità. Un principio contenuto nelle convenzioni internazionali e coerente con l’art.10 della nostra Costituzione”. “Un elenco di provvedimenti che hanno il sapore della cattiveria – afferma l’Arci -, ma che nella pratica distruggerebbero molto delle iniziative positive e sostenibili che sono state messe in piedi i questi anni. Il profilo di illegittimità è palese. La contrarietà ai principi della nostra Costituzione è evidente. Le persone in cerca di protezione continueranno ad arrivare: i conflitti proliferano e i profughi ne sono una diretta conseguenza. L’attuale instabilità in Libia ne è un’ulteriore prova. Tutti coloro che non possono esercitare le libertà democratiche garantite dalla nostra Costituzione hanno diritto d’asilo in Italia. Questa dovrebbe essere l’indicazione da seguire perché contenuta nella nostra Costituzione e non le esigenze elettorali del Ministro di turno”. L’Arci esprime contrarietà e dissenso per gli interventi previsti e annuncia una mobilitazione permanente sui territori per “ribadire la necessità di rafforzare il diritto d’asilo in Italia, non di cancellarlo, e di sostenere i percorsi di inclusione sociale oggetto della rete d’accoglienza Sprar e non di cancellare ogni buona prassi favorendo la ghettizzazione dei richiedenti asilo, il business di soggetti incompetenti e la corruzione che ne deriva”.

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