Lavoro: Costalli (Mcl), “i corpi intermedi sono i primi luoghi di libertà, democrazia e partecipazione”

(da Senigallia) “La crisi che stiamo vivendo è stata determinata soprattutto da fenomenologie della “non responsabilità”, da un individualismo radicale, quasi una nuova religione: un individualismo assoluto”. Così il presidente generale del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), Carlo Costalli, introducendo la seconda giornata del seminario nazionale di studi e formazione a Senigallia. Tuttavia, ha aggiunto, “la gravità di questa stessa crisi e i rischi di declino ad essa legati, possono costituire anche una nuova opportunità: l’occasione, cioè, per ripensare le priorità e le modalità su cui ricostruire la società. Si tratta, in sostanza, di ricreare uno spazio pubblico di negoziazione tra bisogni e interessi individuali e bene comune, riportando al centro la persona, in quanto portatrice, oltre che di bisogni, anche di valori ed espressione di cultura”. La necessità urgente, pertanto, si riscontra nel “ricostruire una politica di responsabilità sociale che non potrà essere realizzata integralmente ed efficacemente senza quella ‘maturità sociale’ che rappresenta la condizione sine qua non per riedificare la nostra società”. Etica della responsabilità, universalità dei diritti, comunità e legame sociale costituiscono dunque per il presidente del Movimento “aspetti imprescindibili che qualificano e orientano la dimensione democratica di una società. E’ la dimensione etica che deve interpellare ogni persona, affinché partecipi attivamente alla formazione di una società nella quale l’universalità dei diritti della persona possa prevalere sul mero diritto individuale. Questa è la nostra mission: un ‘cantiere aperto’ in cui orientare un percorso di cambiamento e crescita delle persone per la sopravvivenza di un’umanità sempre più minacciata dalle conseguenze dei propri comportamenti distorti”.

E proprio per gettare le basi di questo necessario cambiamento il Seminario in corso a Senigallia “si propone di approfondire il rapporto tra diritti e responsabilità, concentrando l’attenzione su alcuni ambiti particolarmente sensibili come il lavoro, la comunicazione e i rapporti sociali, ed anche quelli politici”. In questo clima di “muro contro muro, di rancore diffuso”, è basilare pertanto “riscoprirsi responsabili del bene comune, nel solco di una tradizione che ha segnato in positivo lunghi tratti della nostra storia. Dobbiamo impegnarci per passare dalla pretesa al confronto, dalla tirannia dei diritti alla libertà della responsabilità perché solo così sarà possibile ridare un futuro, anzi, un presente al nostro Paese”. Attraverso quali soluzioni? Per Costalli non esistono ‘formule’ preconfezionate, ma un impegno, personale e comunitario ben preciso: “Dobbiamo tornare alla mediazione, al dialogo, al rapporto, alla rappresentanza, alla relazione come medicina culturale ancor prima che politica; ricostruire l’autorità sulla rappresentanza; pensare il conflitto nella concretezza di un tessuto politico, sociale, istituzionale; riportare la comunicazione al suo giusto ruolo. Sono proprio i corpi intermedi infatti – che qualcuno vorrebbe eliminare – i primi luoghi di libertà, democrazia e partecipazione”. Se infine è vero che “l’ampiezza dei problemi che abbiamo di fronte non ci permettono più di essere neutrali”, siamo pertanto chiamati “non solo a conoscerne la complessità, ma anche ad essere consapevoli che non possiamo sottrarci ad un ruolo attivo per vincere questa grande sfida e contribuire a costruire un nuovo futuro per l’Italia, confidando anche nella bussola morale che guiderà il nostro cammino”.

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