Sovvenire: mons. Baturi (Cei) “la Chiesa non è libera di utilizzare i beni senza risponderne”

“La Chiesa non è libera di utilizzare i suoi beni senza risponderne”. Lo ha detto il sottosegretario Cei mons. Giuseppe Baturi, direttore dell’Ufficio problemi giuridici, intervenuto alla tavola rotonda dei direttori Cei, durante il Campus di formazione sul sostegno economico alla Chiesa (8xmille e Offerte per il clero) aperto a seminaristi ed incaricati diocesani “ComuniDare” in corso al Carmelo di Ciampino (Roma) fino al 7 settembre. “Dalla Presbyterorum Ordinis al nuovo Codice di diritto canonico, l’enfasi è sempre posta con crescente chiarezza e dettaglio sul possesso e sull’utilizzo dei beni strettamente necessari all’evangelizzazione. Il resto è illegittimo e immorale” ha proseguito mons. Baturi. Al suo fianco l’economo Cei, Mauro Salvatore, con don Valerio Pennasso, direttore Ufficio nazionale Cei Beni culturali ed edilizia di culto e don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio Cei per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo. Moderati dalla giornalista Maria Grazia Bambino, hanno risposto alle domande a tutto campo dei partecipanti al campus di formazione. Salvatore ha ricordato l’impegno crescente per la trasparenza dall’assegnazione alla rendicontazione, ben oltre gli obblighi di legge sulla pubblicazione del rendiconto annuale (previsti dall’articolo 44 della legge 222 del 1985): “La fede illumina tutto, anche i bilanci – ha chiarito l’economo della Cei -. E oggi è ancora più stringente la trasparenza nell’erogazione dei fondi 8xmille alle diocesi, con approfondimenti sui progetti e i destinatari”. Tutto contribuisce non solo alla testimonianza, ma alla costruzione di una Chiesa che si rende ‘trasparente’ all’azione dello Spirito: “Anche per i restauri delle chiese e del patrimonio artistico – ha detto don Pennasso – dobbiamo passare dalla logica delle spese al valore evangelico dei nostri beni”. L’educazione al dono e alla carità educa ad alzare lo sguardo oltre la propria comunità e nazione. “I crescenti fondi 8xmille per la carità rispondono all’impoverimento delle famiglie, ma è importante agire non solo in Italia, ed estendere la nostra zione ai Paesi in via di sviluppo – ha chiarito don Di Mauro –. La nostra stessa cattolicità ci impone di allargare lo sguardo a tutti i fratelli”.

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