Nave Diciotti: due eritrei accolti da stasera a Torino. L’arcivescovo Nosiglia, “città si è dimostrata all’altezza della sua fama e ha mostrato il suo vero volto”

“Lo sforzo di accoglienza che Torino con tante altre diocesi italiane sta compiendo, in collaborazione con famiglie religiose, istituzioni e associazioni laiche, è uno degli esempi più forti e importanti che possiamo offrire all’intera società del nostro Paese. Questo ritrovarsi e lavorare insieme su valori comuni di giustizia, solidarietà e amore è davvero una ‘foresta che cresce’, anche se sappiamo che ‘fa più rumore un albero che cade’”. Lo dichiara l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, in occasione dell’arrivo, questa sera, di due eritrei giunti in Italia sulla nave Diciotti. Nosiglia sottolinea che fin dal 26 agosto la diocesi di Torino ha dato disponibilità ad accogliere da 10 a 15 immigrati della Diciotti visto che “abbiamo ricevuto da diverse realtà della nostra città, comprese alcune parrocchie, una immediata risposta positiva ad accogliere questi nostri fratelli e sorelle”. “Ho anche invitato le diocesi del Piemonte a farsi carico di qualche immigrato e diverse hanno aderito”, prosegue l’arcivescovo, evidenziando che “in tutta Italia è cresciuto il numero delle diocesi pronte ad accogliere: questo è un bellissimo segnale”. “Così da 10-15 persone – precisa – il numero per Torino è sceso a 2: sono giovani eritrei che saranno accolti dal Cottolengo”. Nosiglia si dice “contento della disponibilità dimostrata dalla città, che denota una forte sensibilità in atto nella nostra diocesi, malgrado l’alto numero di immigrati e rifugiati che in questi anni abbiamo accolto e stiamo gestendo nelle nostre strutture”. “L’accoglienza di questi nostri fratelli e sorelle (come si fa anche per tanti poveri, senza dimora o in difficoltà per la casa, il lavoro o la salute) non si limiterà a offrire loro un alloggio ma li accompagnerà passo passo a ritrovare fiducia in se stessi e a inserirsi nella nostra società, con diritti e doveri propri di ogni persona e cittadino”. L’arcivescovo conclude affermando che “Torino riconosciuta come città della Provvidenza, si è ancora una volta dimostrata all’altezza della sua fama e ha mostrato il suo vero volto. Mi auguro che tutti, credenti e laici, continuiamo su questa strada uniti e concordi”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo

Informativa sulla Privacy