Ecumenismo: patriarca Bartolomeo, “richiede discernimento il desiderio di sollecitare il dialogo tra cristiani e il dialogo con le religioni non cristiane”

“Il discernimento appare come un elemento proprio della vita della Chiesa. È una virtù ecclesiale e nutre e ispira tutte le sue manifestazioni e tutti gli ambiti della testimonianza della Chiesa nel mondo”. Lo scrive il Patriarca ecumenico Bartolomeo nel messaggio al Convegno ecumenico internazionale dal titolo “Discernimento e vita cristiana”, al via da oggi nel monastero di Bose. Il patriarca di Costantinopoli sottolinea che “discernimento è conoscenza dei nostri limiti e della nostra realtà di peccato, la convinzione che la perfezione cristiana è la conversione e una profonda umiltà”. Richiamando il “mistero della santa confessione”, Bartolomeo sostiene che “la Chiesa è un ‘ospedale’, non un ‘tribunale’. La visione legalistica e moralistica travisa il mistero della confessione e del perdono dei peccati ed è estranea alla tradizione ortodossa”. “Il discernimento è richiesto perché possiamo salvare l’autentica tradizione e possiamo dare la bella testimonianza gradita a Cristo nel nostro tempo”. Infine, il patriarca evidenzia che “richiede discernimento il desiderio di sollecitare il dialogo tra cristiani e il dialogo con le religioni non cristiane come pure l’organizzazione di iniziative comuni e di attività concernenti i grandi problemi contemporanei”. A suo avviso, “nell’incontrare il mondo contemporaneo, che si fonda sui principi dell’autonomia e dell’autodeterminazione, il discernimento degli spiriti è necessario per riconoscere e valorizzare i segni dei tempi e manifestare, in questo ambito, il contenuto salvifico della libertà in Cristo, quale dono della grazia, senza che vengano respinte complessivamente e a priori le conquiste umane della civiltà odierna”.

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