Ecumenismo: card. Koch (Santa Sede), “il lavoro ecumenico è discernimento spirituale, teologico e pastorale”

“Anche il lavoro ecumenico è un modo di mettere la mano nelle ferite di Cristo, di penetrare nelle divisioni che sono come le piaghe del suo corpo che è la Chiesa. Ho pensato che il lavoro ecumenico è par excellence un lavoro di discernimento – un discernimento spirituale, teologico e pastorale”. Lo scrive il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, nel messaggio al Convegno ecumenico internazionale dal titolo “Discernimento e vita cristiana”, al via da oggi nel monastero di Bose. Il porporato spiega il primo dei tre aspetti. “Come fecero i Padri del Concilio Vaticano II dobbiamo riconoscere i segni dei tempi, individuando l’azione del ‘Signore dei secoli’ nelle diverse iniziative per l’unità – continua il messaggio -. Perché dobbiamo anche riconoscere la presenza dei doni di Dio nelle altre comunità cristiane, accogliendoli come un dono anche per noi stessi”. Poi, il card. Koch guarda all’impegno ecumenico come a un lavoro di discernimento teologico. “Deve discernere, facendo un lavoro ermeneutico, tra il ‘modo di enunziare la dottrina’ e il ‘deposito vero e proprio della fede’, valutando fino a che punto diverse formulazioni possano essere legittime espressioni dell’unica fede”. Altro aspetto da approfondire, l’impegno ecumenico, che “deve discernere tra le differenze compatibili con la comunione eucaristica e quelle che non lo sono, differenziando le ‘cose adiafore’ e le ‘cose necessarie’”. “Deve discernere tra i fattori teologici delle divisioni e gli altri fattori di natura politica, sociale, culturale o psicologica”. Infine, il cardinale spiega che “il lavoro per l’unità è anche un’opera di discernimento pastorale”. “Deve individuare in quali circostanze la communicatio in sacris può essere talvolta raccomandata per ‘far partecipare ai mezzi della grazia’. Soprattutto, deve discernere quando e come, nonostante le loro divisioni, i cristiani possono già essere insieme testimoni del Vangelo di Cristo”.

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