Venezia75: Fond. Ente dello Spettacolo, presentato il documentario “Il Fattore umano – lo spirito del lavoro”

In occasione della 75ª Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nello Spazio FEdS della Fondazione Ente dello Spettacolo al Lido di Venezia, il regista Giacomo Gatti ha presentato oggi il suo nuovo documentario “Il Fattore umano – lo spirito del lavoro”.
“Il film – si legge in una nota – è un viaggio in Italia tra imprese d’eccellenza e i loro protagonisti. Dai viticoltori del Trentino agli operai delle catene di montaggio, dai giovani sviluppatori di start-up ai chirurghi che testano mani bio-robotiche: un percorso alla ricerca degli uomini e delle donne che lottano per un futuro da costruire insieme nel rispetto dell’uomo”. Vengono raccontate quindici aziende italiane “diversissime per storia, settore e territorio, ma con una stessa visione: quella che promuove lo sviluppo, la cultura e la creatività, nel rispetto dell’ambiente e della società”.
“Abbiamo ascoltato tante storie prima di metterle in scena. È stata una grande esperienza”, ha raccontato Giacomo Gatti, aggiungendo che “abbiamo deciso di realizzare dieci capitoli, che fossero un viaggio in questa realtà”. “Su questo tema – ha rivelato – ho collaborato anche con Ermanno Olmi, anche se il film alla fine non si è fatto. Il lavoro è quello che ci rende uomini”.
Gatti, già collaboratore di Ermanno Olmi, aveva presentato il suo progetto durante la precedente edizione della Mostra cinematografica di Venezia, sempre nello Spazio FEdS. Il documentario è stato finanziato da Inaz, una delle più importanti realtà italiane nella produzione software ed erogazione servizi per l’amministrazione e la gestione delle risorse umane, che da molti anni promuove iniziative sulla cultura d’impresa e la responsabilità sociale. “Volevamo valorizzare il mondo delle imprese italiane”, ha spiegato Linda Gilli, presidente e ad di Inaz srl. “Nel nostro Paese – ha rilevato – c’è tanta creatività e tecnologia. Dobbiamo mostrare questi elementi al pubblico. Così abbiamo scelto il linguaggio del cinema”.

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