Diocesi: mons. Oliva (Locri-Gerace), “non è assolutamente conciliabile la fede in Maria con la criminalità mafiosa”

“Ribadisco che non è assolutamente conciliabile la fede in Maria con la criminalità mafiosa. Non è fede genuina quella di chi cova nel suo animo propositi di sangue e di vendetta”. Lo ha detto ieri mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, nell’omelia in occasione della festa della Madonna della Montagna, celebrata nel Santuario di Polsi. “L’uso indebito dell’immagine della Madonna di Polsi e la sua strumentalizzazione da parte di uomini di mafia e di ‘ndrangheta – ha detto il presule –, il venire qui non da pellegrini ma con intenti malvagi e sacrileghi è stata una gravissima offesa alla fede di tutto il popolo mariano”. Mons. Oliva ha evidenziato che “nutrire odio, rancore, vendetta, non sono comportamenti conciliabili con la più genuina fede mariana. Tutto il popolo dei fedeli di Polsi è stato umiliato e offeso” e, ricordando che “c’è religiosità e religiosità”, ha detto che “al Signore non piace la religiosità fatta di parole”. Infatti, “non basta dirci cattolici” né “partecipare ad atti di culto” come “accompagnare la statua in processione, ricevere i sacramenti, venire in pellegrinaggio”. Per mons. Oiva “ci vuole la rettitudine del cuore, la purità nei pensieri e nelle intenzioni”. Riflettendo sull’ “ipocrisia”, sui “maestri del travestimento”, li ha definiti come “gente senza volto e senza dignità, omertosa e vile. Gente senza onore, che opera nell’oscurità delle tenebre”. Il vescovo locrese ha ricordato che “convertirsi a Dio vuol dire voltare pagina”, per questo ha chiesto “a tutti di deporre ogni sentimento di odio e di rancore. Siamo qui – ha concluso – per incontrare l’amore e la tenerezza di Dio, che sempre ci perdona, che sempre ci aspetta e ci ama. Un incontro che può fare anche il peccatore, il mafioso che si converte a Dio”.

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