Tema Giornata comunicazioni sociali 2019: Ruffini, “vivere la comunità anche al tempo dei social media”

“Parlare alla persona tutta intera per vivere la dimensione della comunità, anche al tempo dei social media”. È la sfida indicata da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, commentando con Vatican News il tema che Papa Francesco ha scelto per la 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra nel 2019: “‘Siamo membra gli uni degli altri’ (Ef 4,25). Dalle community alle comunità”. Ruffini sottolinea il bisogno del dialogo e dell’incontro per “vincere il virus di una comunicazione narcisistica e ripiegata su se stessa, che divide invece di riconciliare”. “Penso che troppo spesso noi parliamo non tanto alla persona tutta intera, ma solo a una parte di essa. Parliamo alla sua paura. Oppure alla sua eccitazione. E tralasciamo ciò che ci rende unici e indivisibili”. Secondo il prefetto, “troppo spesso dividiamo l’intelletto dal cuore e dall’anima. Ed è questo il virus di quella che Francesco ha chiamato ‘cardiosclerosi’. Il cuore si indurisce. E non ci accorgiamo che ci dividiamo proprio da noi stessi e perdiamo o rischiamo di perdere la parte più bella della nostra natura, che si nutre della bellezza dell’incontro, del dialogo, della relazione, della condivisione, della comunione fra noi e con Dio”. Parlando del “rischio del nostro tempo”, secondo Ruffini è quello di “costruire tribù invece di comunità”. “I social hanno trasformato la società della comunicazione in società della conversazione. Sono il luogo dove si formano le nostre identità, specialmente quelle dei più giovani”. In quest’ottica “le comunità sui social dovrebbero essere intessute di una relazione autentica, vera, tra le persone tutte intere anche se vissute nella dimensione incorporea del digitale, che comunque è reale e non virtuale”. “Per questo – conclude – è importante passare da community fondate su relazioni fasulle, su una falsa rappresentazione della realtà, su finte amicizie che si possono cancellare con un clic, alla bellezza – e anche alla fatica – della verità e dell’incontro”.

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