“Custodire, difendere e promuovere la giustizia, le regole della comune convivenza civile, la sicurezza sociale”. È l’impegno affidato dal card. Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, alla Polizia italiana e alla Gendarmeria vaticana nell’omelia della messa che ha celebrato stamani nella cappella del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, in occasione della Festa di san Michele Arcangelo, patrono e protettore di entrambi i corpi. Il porporato ha indicato “la prima e decisiva lotta contro la forza del Male” in quella che “dobbiamo sostenere all’interno di noi stessi”. “La vita morale, la nostra coscienza umana e cristiana, diventa molto spesso un campo di battaglia dove il maligno ci assedia con il fuoco incendiario della cupidigia, dell’invidia, dell’odio, dell’egoismo, del sospetto, del disprezzo o del rifiuto dell’altro, e di ogni genere di pensieri distruttivi”, ha aggiunto il card. Becciu. Una “guerriglia spirituale ‘urbana’ cioè interiore” che – indica il prefetto – si trasferisce spesso sul campo “extraurbano” dei “rapporti familiari, dei rapporti lavorativi e sociali in genere”. “Dentro di noi si scatena una lotta impari tra il bene che desideriamo compiere e il male che invece prende il sopravvento perché mascherato da angelo di luce che inganna la libertà umana”. Poi, il cardinale ha riconosciuto che “il Drago del Male esercita anche una sua azione sociale di disgregazione, fomentando la logica della violenza, della conflittualità, della contrapposizione, dell’arroganza come forma di supremazia e di affermazione di sé, dell’aggressione verbale e fisica”. Quindi, “la lotta contro il male è necessaria per rendere più serena la vita della comunità”. Con la consapevolezza che la “missione non è quella di combattere le persone, ma di contrastare le scorrettezze compiute dalle persone”.