Informazione: p. Occhetta (La Civiltà Cattolica), “alle minoranze sono stati spenti i microfoni”

“È una minoranza quella che in Occidente vuole che l’informazione sia un bene comune per tutti”. Lo ha detto padre Francesco Occhetta, scrittore de “La Civiltà Cattolica”, aprendo la tavola rotonda su “Il bene comune dell’informazione”, oggi pomeriggio, a Roma. Citando un dato (“l’80 per cento degli italiani non riesce a riconoscere una notizia vera da una fake news”), il gesuita ha affermato che “se l’informazione non ha memoria, non si ha né pace né giustizia”. “Le parole possono essere piccole fiammelle che incendiano e devastano ciò che di buono è stato costruito fino a oscurare cose certe che sono i dati scientifici. Se non crediamo neppure in questi – ha aggiunto – tutti possono dire quello che desiderano”. Osservando che “l’informazione è diventata politica”, padre Occhetta ha sottolineato che “le narrazioni diventano superiori alle realtà”. “Alle minoranze sono stati spenti i microfoni, parlano pochi leader. Le opinioni sono state schiacciate tra un mi piace e un non mi piace”. Ma “l’informazione è un bene e deve corrispondere all’utilità sociale”. Lo scrittore de “La Civiltà Cattolica” ha evidenziato che “nel tempo della rete il giornalismo ha bisogno di una riforma radicale che riguardi anche l’ordine e il sindacato”. “Occorre far emergere la differenza tra giornalista e comunicatore. Il giornalista deve lavorare per informazione al servizio del pubblico, il comunicatore può promuovere interessi privati e particolari. Quando li ascoltiamo dobbiamo saperli distinguere”.

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