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Papa in Estonia: incontro ecumenico con i giovani, “l’amore non è morto”. Andare “al di là del conformismo” e verso le “periferie”

“Al di là dei nostri limiti, delle nostre divisioni, Gesù continua ad essere il motivo per essere qui”. Ad assicurarlo è stato il Papa, nella parte finale del discorso rivolto ai giovani nell’incontro ecumenico nella chiesa luterana di Tallinn. “Sappiamo che non c’è sollievo più grande che lasciare che Gesù porti le nostre oppressioni”, ha proseguito Francesco: “Sappiamo anche che ci sono molti che ancora non lo conoscono e vivono nella tristezza e nello smarrimento”. “L’amore è morto, l’amore se n’è andato, l’amore non vive più qui”, ha detto il Papa citando una famosa cantante estone: “No, per favore, facciamo che l’amore sia vivo, e tutti noi dobbiamo farlo!”, ha esclamato il Papa a braccio: “E sono tanti – ha proseguito – quelli che fanno questa esperienza: vedono che finisce l’amore dei loro genitori, che si dissolve l’amore di coppie appena sposate; sperimentano un intimo dolore quando a nessuno importa che debbano emigrare per cercare lavoro o quando li si guarda con sospetto perché sono stranieri”. “Sembrerebbe che l’amore sia morto, ma sappiamo che non è così, e abbiamo una parola da dire, qualcosa da annunciare, con pochi discorsi e molti gesti”, le parole di Francesco: “Perché voi siete la generazione dell’immagine e dell’azione al di sopra della speculazione, della teoria. E così piace a Gesù; perché Lui passò facendo il bene, e quando è morto ha preferito alle parole il gesto forte della croce”. “Il rischio è ancore per noi, credenti, perdere il senso della vita”, ha detto il Papa a braccio: “e questo succede quando noi credenti siamo incoerenti”. “Accogliamo insieme quella novità che Dio porta nella nostra vita”, l’invito: “quella novità che ci spinge a partire sempre di nuovo, per andare là dove si trova l’umanità più ferita. Dove gli uomini, al di là dell’apparenza di superficialità e conformismo, continuano a cercare una risposta alla domanda sul senso della loro vita. Ma non andremo mai da soli: Dio viene con noi; Lui non ha paura delle periferie, anzi, Lui stesso si è fatto periferia. Se abbiamo il coraggio di uscire da noi stessi, dai nostri egoismi, dalle nostre idee chiuse, e andare nelle periferie, là lo troveremo, perché Gesù ci precede nella vita del fratello che soffre ed è scartato. Egli è già là”. “L’amore non è morto, ci chiama e ci invia”, ha esclamato il Papa: “Solo chiede di aprire il cuore. Chiediamo la forza apostolica di portare il Vangelo agli altri – ma offrirlo, non imporlo – e di rinunciare a fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi”. “La vita cristiana è vita, è futuro, è speranza, non è un museo!”, ha detto Francesco ancora fuori testo: “Lasciamo che lo Spirito Santo ci faccia contemplare la storia nella prospettiva di Gesù risorto, così la Chiesa sarà in grado di andare avanti accogliendo in sé le sorprese del Signore, recuperando la propria giovinezza, la gioia e la bellezza della sposa che va incontro al Signore”. “Le sorprese del Signore: il Signore ci sorprende perché la vita ci sorprende sempre. Andiamo avanti all’incontro di queste sorprese”, la conclusione fuori testo, salutata da un lungo applauso dei giovani presenti.

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