Bioetica: card. Sgreccia, “imperdonabile non ci sia una facoltà universitaria”

“Il fatto che non ci sia una facoltà di bioetica è una povertà imperdonabile. Faccio appello alla società attuale e futura affinché ci sia una sorgente finanziaria per crearne una”. Così il card. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia pro Vita, in apertura della due giorni dedicata al tema “La vulnerabilità non deve rimanere senza cura”, presso l’Istituto internazionale di teologia pastorale sanitaria Camillianum. “Non è questo costruire l’Europa del futuro?”, ha chiesto il cardinale: “Non dobbiamo avere paura degli ostacoli che vengono frapposti. Sarà un peccato per chi ha ritardato ma sarà sempre un successo per chi ha promosso la ricerca della verità”. “Le nostre azioni – ha aggiunto – valgono per quello che di etico hanno dentro. Il valore viene dal senso di responsabilità e capacità di crescita che provocano. Il succo dell’azione umana è il valore. La bioetica è una disciplina giovane. Quando è scoppiato l’interesse per la bioetica, ci si è accorti che, se si cura solo l’aspetto tecnico si pone fine all’umanità. Era il periodo dell’accumulo dell’energia atomica. La bioetica ha riflettuto su questo”. “La bioetica è giovane al punto che non abbiamo calcolato bene la sua essenzialità per la vita e quello che essa esige. Oggi sentiamo il bisogno di discutere con la bioetica ciò che ci viene dallo spazio. Abbiamo la necessità di percorsi nuovi – ha concluso – che arricchiscano la disciplina”.

Sempre in apertura del convegno che si terrà nell’istituto oggi e domani, la preside Palma Sgreccia ha elencato cinque obiettivi che l’incontro vuole raggiungere. Il primo è “presentare la vulnerabilità come terreno dove far fiorire la pienezza umana – ha annunciato -, la promozione di un’etica e una politica adeguate per una società democratica che voglia proporsi come civiltà della cura, il sottolineare che la cura non significa solo presa in carico dei bisogni dell’altro ma dar attenzione alla sua possibilità di esprimersi, la promozione della fioritura umana nella consapevolezza della difficoltà di accesso ai bisogni degli altri e di noi stessi e infine il far emergere la logica dell’amore supera il nesso sofferenza-colpa, i momenti difetti vi dell’esistenza diventano il luogo di condivisione tra gli uomini e tra l’uomo e Dio”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy