Diocesi: Lombardia, incontro regionale dei vescovi con sacerdoti anziani e malati. Mons. Delpini (Milano), “continuare a essere prete con gioia”

Oltre 200 sacerdoti si sono ritrovati al santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, per l’annuale appuntamento di preghiera e amicizia dedicato ai preti anziani e malati, organizzato dalla sezione lombarda dell’Unitalsi. Un evento al quale hanno partecipato i vescovi delle diocesi della Lombardia, impegnati a Caravaggio nella periodica riunione della Conferenza episcopale lombarda. Celebrata anche una messa con i presuli nel santuario. Nel saluto, all’inizio della messa, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha detto che “siamo una Chiesa umile in un mondo fragile”. L’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha centrato la sua riflessione nell’omelia attorno al Magnificat come “parola pregata tante volte nella vita di un sacerdote, ma che di giorno in giorno assume sempre una nuova luce”. “Tutti i giorni – ha detto l’arcivescovo – prego con queste parole di Maria, fin da quando sono entrato in Seminario. La Parola di Dio ha questa straordinaria forza di essere sempre nuova tutte le volte che la si prega. Forse, ogni stagione ed esperienza spirituale della vita, dà una particolare risonanza a un’espressione”. Delpini ha poi ripreso alcuni passaggi della preghiera mariana, richiamati e ricordati per una sorta di viaggio ideale attraverso le diverse età dell’esistenza. “Come Maria, abbiamo sentito nella giovinezza lo sguardo del Signore che si è posato su di noi e ci ha chiamato alla sequela. Poi, nella maturità, abbiamo condiviso la potenza profetica del Magnificat e, diventando vecchi, lo stiamo pregando come una parola che fa sintesi della nostra vita di prete, attraverso le parole”. Da qui la raccomandazione a “coltivare una spiritualità cristiana che trasforma le situazioni in occasioni”. “Ora – ha concluso – è un momento diverso da prima, da altrove, ma è adatto a continuare a essere prete con gioia, a non descrivere la propria storia come un destino, un inevitabile declino, ma come il riproporsi di un’occasione”.

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