Migranti: Garante persone detenute, “tacere o non dare informazioni corrette durante rimpatri forzati è violazione diritti”

“Tacere o non dare informazioni corrette durante i rimpatri forzati può configurarsi come violazione dei loro diritti”: lo afferma una nota del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale Mauro Palma, che ha reso pubblico oggi il rapporto sul monitoraggio di un volo di rimpatrio forzato verso la Nigeria, effettuato lo scorso 19 gennaio, in collaborazione con l’Agenzia europea Frontex, per l’allontanamento di 38 cittadini nigeriani espulsi dall’Italia, 5 dal Belgio e 1 dalla Svizzera, Paesi che hanno partecipato all’operazione con proprio personale di scorta. Fra le criticità evidenziate, “la mancanza o la non chiarezza di informazioni fornite ai rimpatriandi sulla destinazione effettiva del viaggio in partenza dal Centro di trattenimento”. “L’azione delle Autorità dello Stato deve essere sempre improntata ai principi di correttezza e buona fede”, afferma il Garante. Il Garante rinnova la raccomandazione al ministero dell’Interno “di comunicare preventivamente con chiarezza e trasparenza agli interessati la data esatta del rimpatrio, in modo da consentire loro di organizzarsi per il viaggio, raggruppare per tempo i propri effetti personali, avvisare la famiglia e/o l’avvocato per venire a conoscenza di eventuali aggiornamenti riguardanti la propria posizione giuridica”. Palma nota inoltre che “mai, nel corso dei voli di rimpatrio forzato finora monitorati, è stata riscontrata la presenza di un interprete o di un mediatore culturale, capace di interloquire con la persona soggetta a rimpatrio forzato in una lingua a lei comprensibile”. Inoltre, a causa del “carente coordinamento fra gli attori coinvolti nelle diverse fasi del rimpatrio forzato” ai rimpatriandi provenienti dal Cpr di Bari “non è stata garantita la somministrazione del pasto per più di quindici ore, così che essi sono rimasti senza bevande e cibo (salvo estemporanee donazioni spontanee da parte del personale di scorta) per tutte le lunghe fasi del viaggio notturno in pullman verso Fiumicino e per l’intera mattinata del giorno successivo”. Il Garante  ribadisce “forte perplessità” sull’opportunità “di organizzare voli di rimpatrio forzato verso Paesi, come la Nigeria, che non hanno istituito un meccanismo nazionale di prevenzione della tortura o di altri trattamenti o pene inumani o degradanti”.

 

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