Fede e ragione: il 24 settembre alla Pontificia Accademia delle Scienze il premio “Ragione aperta”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Si svolgerà il 24 settembre in Vaticano, alle ore 17 presso la Pontificia Accademia delle Scienze, la cerimonia di consegna della seconda edizione del Premio “Ragione aperta”, promosso dalla Fondazione vaticana Joseph Ratzinger. Lo ha annunciato ai giornalisti il presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione, padre Federico Lombardi, ricordando che il Premio è nato dalla collaborazione con l’Università spagnola Francisco de Vitoria, insieme alla quale la Fondazione aveva già organizzato uno dei suoi importanti Convegni annuali, quello svoltosi a Madrid nel 2015 sul tema “La preghiera, forza che trasforma il mondo”, in occasione del quinto centenario della nascita di Santa Teresa d’Avila. Quella di “ragione aperta”, ha ricordato Lombardi, “è un’idea centrale nel pensiero di Ratzinger”, che “insiste sulla necessità di avere una visione ampia e aperta della ragione e del suo esercizio nella ricerca della verità e della risposta alle domande fondamentali sull’umanità e sul suo destino. Questa idea è fondamentale per il dialogo fra la Chiesa e la cultura moderna, e fra le scienze e la filosofia e la teologia e quindi anche un’idea fondamentale per il modo di pensare l’Università e la sua funzione”. L’iniziativa per questo Premio era venuta appunto dall’Università. I lavori pervenuti entro il mese di aprile 2018 all’attenzione della Giuria internazionale – redatti in inglese o in spagnolo – sono stati oltre 170, provenienti da più di 100 università di molti differenti Paesi. “Vari e molto diversi gli argomenti dei lavori”, ha riferito Lombardi: “Scienze giuridiche, economiche e sociali; scienze della comunicazione; scienze fisiche, biologiche, ambientali, biomediche e della salute; ingegneria e architettura; scienze umanistiche, filosofia e teologia”. Quattro i lavori vincitori scelti dalla Giuria, riunitasi a Madrid il 18 e 19 luglio scorsi: due nella sezione “Ricerca” e due nella sezione “Docenza”. I vincitori per la ricerca sono Javier Sánchez Cañizares, dell’Università di Navarra, con un lavoro intitolato Universo singular – una riflessione sulle singolarità che si osservano nella storia dell’universo alla luce dei risultati delle ricerche cosmologiche e fisiche odierne -, e Juan Arana, dell’Università di Siviglia, per l’opera “La conciencia inexplicada. Ensayo sobre los limites de la comprensión naturalista”: “Una convincente e avvincente difesa della singolarità della coscienza umana di fronte ai diversi tentativi di darne una spiegazione riduzionistica, tramite le neuroscienze o l’intelligenza artificiale”, l’ha definita il relatore. I vincitori per la docenza sono: Gonzalo Génova e Maria del Rosario González, dell’Università Carlos III di Madrid e dell’Università Complutense, e John C. Cavadini, James Martin, Patricia Bellm e Christopher T. Baglow, dell’Università Notre Dame. Come lo scorso anno sono state attribuite anche due menzioni speciali di merito: a Brad Gregory, dell’Università di Notre Dame, e a David Wilkinson, dell’Università di Durham.

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