Armi: Pax Christi disapprova decreto 104/2018, “totalmente contrari a clima culturale di violenza armata”

Pax Christi Italia esprime “non solo la propria preoccupazione ma la più totale disapprovazione” nei confronti del decreto legislativo 104/2018 entrato in vigore da pochi giorni, con il quale l’Italia ha recepito la direttiva europea numero 853 del 2017 sulla detenzione di armi. “Noi siamo totalmente contrari a questo clima culturale di violenza armata che questo decreto non fa che aumentare. Cresce sempre più la sensazione che possedere un’arma dia più sicurezza. Secondo noi invece è proprio l’esatto contrario”, afferma in una nota Pax Christi: “Ci preoccupa questa atmosfera da Far West. Ci preoccupano le promesse e le intese con la lobby delle armi, una lobby di morte”. Tra pochi giorni inizierà anche la discussione anche per la modifica alla legge sulla legittima difesa: “una difesa ‘fai da te’, sempre più armata e pericolosa”. A questo clima ‘armato’ che stiamo vivendo, Pax Christi Italia risponde con “una proposta disarmata, nonviolenta. Positiva e propositiva”. Nella prima settimana di ottobre sarà in Italia Zion Kelly, uno dei tantissimi giovani studenti statunitensi che sono scesi in piazza lo scorso 14 marzo per protestare a voce alta contro l’uso delle armi nelle scuole, contro la loro vendita fuori controllo. “Sappiamo bene come siano diffuse le armi negli Stati Uniti e quante siano le vittime – sottolinea Pax Christi –. Sono centinaia di migliaia le voci giovani che chiedono disarmo negli Usa. Sono l’espressione di una società civile che spesso non fa notizia ma che c’è ed è molto forte”. Zion Kelly sarà in Italia per una “Settimana della nonviolenza”, e terrà tanti incontri soprattutto nelle scuole, in diverse città italiane, dal 2 ottobre (Catania, Lamezia Terme, Portici, Napoli, Besozzo e Tradate – Va, Bologna) fino a domenica 7 ottobre per essere presente alla marcia per la pace Perugia-Assisi. “Non vogliamo rassegnarci a questo modo di vedere l’altro come un nemico – conclude la nota –, a una relazione sempre più fondata sulla violenza e sulle armi di ogni dimensione e peso, dalle pistole alle bombe atomiche, alle bombe vendute all’Arabia Saudita per le stragi nello Yemen”.

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