Sinodo: mons. Sigalini (Cop), “un fatto nuovo che obbliga la Chiesa a considerare i giovani non solo spettatori ma attori”

“Prima ancora che venga celebrato, il Sinodo sui giovani è già sicuramente un fatto nuovo che obbliga la Chiesa a trattare in maniera diversa i problemi e, soprattutto, a considerare i giovani in una posizione non più soltanto di spettatori ma di attori”. Lo afferma mons. Domenico Sigalini, vescovo emerito di Palestrina e presidente del Centro di orientamento pastorale (Cop), presentando al Sir la piattaforma “#Giovani&Chiesa”, progetto promosso dal Cop d’intesa con il Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei e in partnership con la diocesi di Sora-Cassino-Acquino-Pontecorvo. La realizzazione della piattaforma era stata annunciata ad Assisi, lo scorso giugno, nel corso della 68ª Settimana di aggiornamento pastorale sul tema “Giovani per una ‘Chiesa in uscita’”. “Il lavoro della Settimana – spiega mons. Sigalini – è già scritto nei suoi atti che saranno pubblicati per fine settembre e che saranno disponibili anche per i padri sinodali”. Ma il contributo del Cop al Sinodo, e soprattutto alla comunità ecclesiale che ne seguirà i lavori, si arricchisce dal 24 settembre della piattaforma “#Giovani&Chiesa”, accessibile dal sito web del Cop. Questa nasce anche dalla consapevolezza che “rispetto a prima, oggi i giovani devono diventare attori della stessa esperienza della vita della Chiesa”. Quattro, principalmente, i destinatari dell’iniziativa: le parrocchie, che “possono organizzare momenti in cui approfondire aspetti emersi durante il Sinodo”; i giovani stessi, “con tutte le loro capacità che hanno di entrare nel mondo digitale e che potranno condividere i loro pareri e i loro ‘like’”; la scuola, “frequentata dalla maggior parte dei giovani”; infine i seminari, “per aiutare chi è sulla strada verso il sacerdozio ad essere dentro il mondo delle comunicazioni, soprattutto giovanili”. Quella della piattaforma è un’iniziativa che in prospettiva potrà diventare uno strumento a disposizione delle comunità anche oltre al Sinodo: “Sta già succedendo che le persone che partecipano alla vita della comunità vogliono comunicare tra di loro”, rileva il vescovo, notando che questo strumento potrà contribuire anche “a dare un volto alla parrocchia che sia all’altezza dei tempi”.

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