Papa Francesco: ai giovani francesi, seminaristi “siano normali”. No a prete “zitellone”, suore “più importanti” dei preti. Seguire Gesù anche “nel momento in cui la Chiesa è in crisi”

“L’appartenenza alla Chiesa non è un’appartenenza a un’istituzione, è un’appartenenza a Gesù”. Lo ha detto il Papa, parlando a braccio con i giovani della diocesi di Grenoble-Vienne, ricevuti in udienza ieri. Seguire Gesù “nei momenti tranquilli, quando la Chiesa fiorisce”, e “seguirlo nel momento in cui la Chiesa è in crisi”, l’invito di Francesco, che ha citato la storia della Chiesa: “La Chiesa non l’hanno portata avanti grandi organizzazioni, grandi partiti politici, grandi istituzioni… No, la Chiesa è stata portata avanti dai santi. E al giorno d’oggi saranno i santi a portarla avanti, non noi, neppure il Papa. Perché seguono Gesù. La fede non è un’idea: è un incontro con Gesù”. Rispondendo ad una domanda sulle vocazioni religiose e sacerdotali, Francesco ha definito questo tipo di vocazione un percorso “da accompagnare con normalità”. “Io ho paura dei seminaristi che fanno così”, ha detto a braccio riferendosi ai seminaristi che assumono una posa: “Ho paura, perché non sono normali. Tu vuoi essere prete? Devi essere un uomo vero che va avanti. Tu vuoi essere una suora? Devi essere una donna matura che va avanti. Mai rinnegare l’umanità. Che siano normali, perché il male che fa un sacerdote nevrotico è terribile! E il male che può fare una suora nevrotica è terribile!”. No, allora, a “un prete zitellone isolato”, sì invece ad un prete “padre” e a una suora “madre”. “Ma la suora ha un vantaggio sul sacerdote, un grande vantaggio – per questo credo che le suore sono più importanti dei sacerdoti – in questo senso: loro sono l’icona di Maria e della Chiesa”.

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