Papa Francesco: ai giovani francesi, “per essere buon cristiano bisogna sporcarsi le mani”, sì a “impegno”, no a egoismo e corruzione

“L’impegno”. È la parola d’ordine del cristiano. A spiegarlo ieri ai giovani di Grenoble-Vienne, dialogando a braccio con loro, è stato il Papa. “Avere cura dei fratelli, come tu hai bisogno che i fratelli abbiano cura di te. E questa è la vita cristiana: non viviamo isolati”, ha spiegato loro traducendo la parola francese engagement, intesa appunto come impegno “nella famiglia, nel quartiere, con gli amici”. “Nella società un cristiano dev’essere una persona che si impegna”, il monito di Francesco: “Non solo quelli che fanno politica, no, non solo quelli. Tutti, tutti. Non si può essere cristiano senza impegnarsi nella società, senza creare la società. Non scandalizzatevi di questo. Per essere buon cristiano, bisogna sporcarsi le mani, nell’aiutare gli altri. Non solo le idee, no, con i fatti. Impegnarsi. E tante volte sbagliamo, è umano sbagliare. Chiedo perdono e vado avanti. Ma l’impegno. Cosa posso fare per gli altri? Per la mia famiglia, per la mia patria, per il mondo”. Contro l’impegno cristiano, per il Papa, “ci sono due nemici brutti”. Il primo è l’egoismo: “L’egoismo è una chiusura. Le persone egoiste non sanno guardare l’orizzonte. È proprio una chiusura del cuore”. L’altro nemico, “molto forte, che viene quando uno incomincia ad avere un impegno più altro nella società, quando ha un mestiere, un posto importante, è la corruzione”, che “è vivere per sé stessi. Ma è così brutta che finisce per non lasciarti vivere per te stesso, ma per farti vivere ‘per le tasche’: ti attacca ai soldi. È una cosa brutta. La corruzione del cuore, la corruzione taglia tutti gli ideali”.

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