Lotta alla povertà: Oxfam, “le maggiori case farmaceutiche applicano sovrapprezzi sui farmaci rendendoli così inaccessibili alle persone più povere”

Le maggiori case farmaceutiche applicano sovrapprezzi sui farmaci, rendendoli così inaccessibili alle persone più povere. La denuncia arriva da Oxfam, che pubblica oggi un nuovo rapporto da cui emerge come i quattro colossi del settore farmaceutico abbiano sottratto risorse erariali e tengano un comportamento aggressivo sui prezzi dei medicinali. Il rapporto esamina gli impatti diretti e indiretti sulle disuguaglianze economiche e di salute riconducibili alle attività di Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott Laboratories, note per essere le produttrici di prodotti da parafarmacia assai noti, così come di molti farmaci salvavita. Oxfam ha condotto un’analisi dei bilanci consolidati depositati dalle società capogruppo negli Stati Uniti ed esaminato i bilanci pubblici di 359 sussidiarie dei 4 gruppi in 19 Paesi nel periodo 2013-2015, riscontrando tracce di un potenziale trasferimento di profitti da Paesi a fiscalità medio-alta verso giurisdizioni dal fisco agevolato. “L’aggressiva pianificazione fiscale, senza verosimilmente contraddire le prescrizioni di legge – spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia –, pone seri interrogativi sul rispetto dello spirito delle normative fiscali e di quell’equità fiscale, cui alcune delle compagnie esaminate dichiarano esplicitamente di ispirarsi nella propria mission e politica societaria”.

L’organizzazione non governativa stima che il potenziale trasferimento degli utili verso giurisdizioni a fiscalità agevolata possa aver comportato perdite fiscali complessive per le economie avanzate pari a 3,7 miliardi di dollari all’anno nel triennio 2013-2015. Per l’Italia, in cui il margine di utili pre-imposte è risultato in media del 6%, la sotto-contribuzione fiscale da parte dei 4 colossi potrebbe aver causato un ammanco annuo da 270 milioni di dollari. Nei contesti più vulnerabili dei 7 Paesi in via di sviluppo esaminati, la stima delle perdite erariali si è attestata a 112 milioni di dollari all’anno. Si tratta – spiega Oxfam in un comunicato – di un ammontare sufficiente a vaccinare 10 milioni di ragazze contro il virus che causa il tumore alla cervice uterina, una delle neoplasie più letali, responsabile della morte, nel mondo, di una donna ogni due minuti; quasi il 90% dei decessi riguarda donne che vivono in Paesi in via di sviluppo. “I governi devono agire con decisione nel contrasto agli abusi fiscali societari – prosegue Bacciotti –. Al nostro governo chiediamo di sostenere misure di maggiore trasparenza societaria in Ue, a partire da un’efficace rendicontazione pubblica Paese per Paese, necessaria per conoscere l’operatività e il livello di contribuzione fiscale delle multinazionali in ogni Paese in cui operano”. Il rapporto Oxfam evidenzia inoltre come le case farmaceutiche arrechino danno alla salute delle persone più povere, applicando sovrapprezzi sui farmaci e rendendoli così inaccessibili. Un esempio è dato dal ciclo standard da dodici settimane di Paclitaxel, farmaco antitumorale prodotto da Pfizer per 1,16 dollari e rivenduto negli Stati Uniti a 276 dollari e nel Regno Unito a 912 sterline. Nei Paesi a basso e medio reddito tali prezzi pongono inoltre sotto forte pressione i bilanci della sanità pubblica, costringendo lo Stato a scaricare la spesa direttamente sui malati e le loro famiglie. È, ad esempio, il caso della bedaquilina, un farmaco per il trattamento della tubercolosi multi-resistente complessa. Il costo di una terapia semestrale in Sudafrica, stabilito da una sussidiaria di Johnson & Johnson, è di 820 dollari. Un prezzo che ne esclude la disponibilità per la maggior parte di chi ne avrebbe bisogno, visto che il costo stimato di un equivalente generico, se disponibile, si aggirerebbe intorno a 48 dollari.

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