Episcopalis communio: Vitali (Gregoriana), non più un evento per “addetti ai lavori”. “Chiesa è Sinodo”

Non più un evento per “addetti ai lavori”. È il Sinodo dei vescovi, come emerge dalla nuova costituzione apostolica Episcopalis communio di Papa Francesco. A tracciarne il profilo è stato Dario Vitali, consultore della segreteria generale del Sinodo dei vescovi e professore ordinario di Teologia dogmatica nella Pontificia Università Gregoriana, durante la conferenza stampa di presentazione in sala stampa vaticana. Nel nuovo testo papale, per il relatore, è centrale il “sensus fidei” del popolo di Dio: “Rispetto al Concilio non c’è solo continuità, ma progresso: se il Vaticano II, infatti, aveva recuperato i soggetti e le loro specifiche funzioni nella Chiesa, la costituzione applica e traduce in prassi ecclesiale quelle indicazioni, sviluppando un cammino sinodale per tappe, che inizia ascoltando il Popolo di Dio; prosegue ascoltando i pastori; culmina nell’ascolto del vescovo di Roma, chiamato a pronunciarsi come pastore e dottore di tutti i cristiani. Questi passaggi sono tradotti in norma nella costituzione Episcopalis communio”. “La Chiesa dei Padri era una Chiesa sinodale”, ha ricordato Vitali: “I concili ecumenici, regionali, provinciali, diocesani erano i momenti ecclesiali per eccellenza. I processi decisionali passavano tutti per le assemblee sinodali, nelle quali ogni Chiesa era resa presente dal vescovo non in qualità di rappresentante delegato dalla comunità, ma come il pastore nel quale la Chiesa si riconosceva, in forza della stretta unità tra vescovo e Chiesa”. “Chiesa e sinodo sono sinonimi”, aveva detto Francesco nel suo discorso per il 50° del Concilio Vaticano II: l’obiettivo della Episcopalis communio, ha detto Vitali, è quello di “regolare immediatamente la celebrazione delle assemblee sinodali, avendo però come orizzonte una Chiesa tutta sinodale, verso la quale tutti siamo chiamati ad andare. Il legame ideale con la Chiesa dei primi secoli, che camminava sinodalmente, è molto forte. In tal senso, anzi, la celebrazione del Sinodo diventa in certo qual modo immagine e modello della Chiesa stessa, che è chiamata a impostare tutta la sua vita sul principio sinodale dell’ascolto reciproco, a tutti i livelli della sua vita: nelle Chiese particolari, a livello delle istanze intermedie di sinodalità – Province e Regioni ecclesiastiche, Concili particolari e in modo speciale le Conferenze episcopali -, nella Chiesa universale”.

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