Yemen: Amnesty al governo spagnolo, “fermi licenze all’esportazione di armi all’Arabia Saudita”

Gli Stati che continuano a fornire armi alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita “rischiano di essere ricordati dalla Storia come complici di crimini di guerra nello Yemen”. È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International, alla vigilia della decisione del governo spagnolo se sospendere o meno i trasferimenti di armi e di forniture militari all’Arabia Saudita. Il 4 settembre, dopo l’indignazione mondiale scatenata dal bombardamento di uno scuola-bus che aveva ucciso 40 bambini yemeniti, il governo di Madrid aveva annunciato che avrebbe cancellato la vendita di 400 bombe a guida laser all’Arabia Saudita. Il 12 settembre le autorità spagnole hanno cambiato idea, citando la necessità di “onorare un contratto”. Tutti gli accordi con l’Arabia Saudita sottoscritti dal precedente governo sono stati riesaminati fino all’annuncio di una decisione, il 19 settembre, se revocare o meno le attuali licenze e sospendere quelle nuove. “Non abbiamo avuto neanche il tempo di gioire per la notizia che la Spagna aveva cancellato una grande fornitura di armi all’Arabia Saudita che il governo ha iniziato a pedalare all’indietro per non dare un dispiacere al suo ricco cliente. Dopo tre anni di devastante conflitto in Yemen, con migliaia di civili uccisi e una lista sempre più lunga di quelli che in tutta evidenza appaiono crimini di guerra, né la Spagna né alcun altro Paese ha una scusa possibile per continuare a vendere armi alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita”, ha dichiarato Steve Cockburn, di Amnesty International. “Sollecitiamo il governo spagnolo a prendere posizione, mercoledì 19, e a sospendere i trasferimenti di armi da usare in Yemen all’Arabia Saudita e agli altri membri della coalizione”, ha aggiunto. Tra il 2015 e il 2017 la Spagna ha esportato armi all’Arabia Saudita per un valore di 932 milioni di euro e ha autorizzato licenze alla vendita per altri 1235 milioni. La Spagna ha ratificato il Trattato sul commercio di armi, che vieta i trasferimenti tra Stati di armi, munizioni e altre forniture quando potrebbero essere usate per crimini di guerra. In questi tre anni, la coalizione a guida saudita ha utilizzato armi fornite principalmente dall’Occidente e dai maggiori produttori di armamenti. Tra di essi anche l’Italia, che ha consentito l’invio all’Arabia Saudita e ai propri alleati di bombe ed altri armamenti con un livello record di autorizzazioni per centinaia di milioni di euro.

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