Teologia della tenerezza: don Gentili (Cei), “è il dono dell’amore fatto carne che si riversa negli sposi”

“Fin dalle origini la famiglia è il campo della tenerezza, o meglio il giardino dove è fiorita la tenerezza. Perché se immaginiamo una mamma o un papà accanto al loro bambino immaginiamo la tenerezza”. Così don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio di pastorale familiare nazionale della Cei, a margine del convegno “La teologia della tenerezza in Papa Francesco”, che si è concluso ieri ad Assisi. “Se pensiamo a un anziano da accudire in casa è ancora più viva la tenerezza. Se pensiamo anche a un adolescente con tutte le sue inquietudini, ha un grande bisogno di tenerezza – ha aggiunto -. Ma la tenerezza non è tanto un sentimento quanto teologia, cioè il dono dell’amore fatto carne, che è Gesù, che si riversa negli sposi, nei rapporti tra genitori e figli e anche tra famiglie e famiglie”. Don Felipe Herrera, membro del Dicastero della Comunicazione, ha invece affermato che “la tenerezza può essere anche una via di comunicazione del Vangelo”. “Gesù è la comunicazione del Padre. È la Parola che il Padre ha voluto offrire a tutti noi per guarire i nostri cuori. Tutti quei segni che possiamo fare di tenerezza sono anche un modo di trasmette il Vangelo, non solo con la parola ma con la testimonianza di essere accanto al Signore per trasmettere il suo amore”. La tenerezza viene dunque considerata “non solo uno strumento”, ma “il più importante strumento per trasmettere la credibilità del messaggio del Vangelo”.

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