Papa a Palermo: lettera di preti, laici e associazioni, “nostro impegno per giovani, migranti e donne”. “Desiderio” di canonizzazione per padre Puglisi

“L’impegno di Puglisi accanto e a favore dei giovani puntava allo sviluppo di un senso della libertà capace di resistere alle suggestioni di ogni forma di male, anche quello insidioso incarnato nel potere mafioso. Ebbene, dobbiamo rilevare che, purtroppo, proprio la condizione dei nostri giovani, specialmente nel Sud d’Italia (ma potremmo pensare a tutti i Sud) è segnata da una grande precarietà e da una insicurezza, che non solo espone alle suggestioni del malcostume, ma spesso rende necessario l’abbandono delle nostre terre, incapaci di fare tesoro delle competenze che tanti giovani hanno maturato. E non possiamo non interessarci dei bambini e dei minori che vivono situazioni legate alla non protezione, all’abbandono e all’abuso. La nostra Chiesa siciliana desidera essere sempre più ‘amorevole’ e luogo sicuro e protettivo”. È un passaggio della lettera aperta a Papa Francesco in occasione della visita a Piazza Armerina e a Palermo, firmata da un gruppo di presbiteri, laici e associazioni. “Altra condizione di marginalità – proseguono – è quella dei migranti, per lo più anche loro giovani, i quali, fuggendo spesso da situazioni disperate, vengono a bussare alla porta dell’Europa; a tutt’oggi parliamo di loro come un problema/emergenza e li consideriamo come concorrenti a causa delle poche risorse disponibili nel nostro territorio; in verità, non ci siamo aperti ancora alla possibilità che questa presenza possa diventare, adeguatamente governata, una opportunità per lo sviluppo della stessa Europa. Abbiamo bisogno di uno scatto di umanità anche per capire la svolta epocale che va delineando un nuovo volto della nostra umanità a livello geopolitico”.

Terza marginalità è la “condizione della donna la quale, nonostante le proclamazioni di principio, non ha avuto ancora la possibilità di un inserimento pieno nella vita ecclesiale. L’azione di animazione vocazionale di Puglisi ha aperto cammini di santità in cui le donne possono esprimere i carismi sia nella vita matrimoniale, sia nella vita di lavoro, sia nelle congregazioni religiose di vita comune, sia in vari ministeri ecclesiali di fatto. Alcune remore permangono e non consentono il pieno coinvolgimento della donna nella ministerialità della Chiesa”. “L’esempio di don Pino Puglisi ci spinge a riqualificare inoltre l’evangelizzazione della religiosità popolare verso la priorità della pratica evangelica che renda ogni cristiano responsabile di rapporti umani autentici e liberanti nella costruzione di una nuova società che metta al centro la dignità di ogni uomo e di ogni donna, soprattutto dei più poveri”, aggiungono i firmatari della lettera, che concludono con un auspicio: “È nostro desiderio che la Sua venuta a Palermo in occasione del venticinquesimo dell’uccisione del parroco palermitano decretata dalla mafia in odio al Vangelo, alla Fede, alla Giustizia e all’Amore sia preludio della sua canonizzazione”.

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