Cortile di Francesco: card. Ravasi, “razzismo e xenofobia si stanno riaffacciando in social e populismi”

“Razzismo e xenofobia purtroppo stanno riaffacciandosi col loro volto aggressivo nei social, nei vari populismi attuali e persino nel nostro paese segnato da una civiltà dialogica così alta. Contro questa arroganza che disprezza l’altro, condannata da Dio, è necessario tutelare la ricchezza dei colori dell’arcobaleno delle culture e delle etnie volute dal Creatore”. Parola del card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, che questa sera ha aperto ad Assisi la quarta edizione del Cortile di Francesco che dopo questo anteprima proseguirà il prossimo 21 e 22 settembre sul tema “Differenze”. Anche Cristo, ha affermato soffermandosi sul significato del tema dell’evento, “vive la fatica di scoprire la diversità. Con la donna siro-fenicia il suo linguaggio è tipico di una cultura chiusa in se stessa, etnocentrica. E’ pur sempre un ebreo e in quell’incontro viene quasi ‘educato’ da lei”. Di qui il pensiero va a Paolo, “colui che concepisce la pienezza della redenzione di Cristo che non ha più frontiere”. Ed ecco il senso del cortile dei gentili: “Paolo dice che Cristo ha fatto di due un solo popolo abbattendo il muro che era nel mezzo. Cortile dunque come luogo di incontro di cristiani e pagani: il cortile che facciamo noi – la precisazione di Ravasi – è quello di Paolo, non quello del tempio di Gerusalemme, quello in cui Cristo ha picconato il muro di separazione, documentato da ritrovamenti archeologici”. E “la figura di Cristo è significativa agli occhi di Paolo per questa eliminazione dei muri”. Di qui “l’attualità delle parole di Papa Francesco; non alziamo muri ma costruiamo ponti”. Paolo, conclude, “ripete che non c’è più diversità, ma che tutti sono uno solo in Cristo Gesù, figli adottivi di Dio, fratelli di Cristo. Questo deve essere il grande messaggio cristiano, riconoscere non più solo la comune identità ma anche questa matrice comune”.

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