Crisi siriana e irachena: Dicastero Sviluppo umano, “istruzione, sanità e supporto psicosociale priorità d’intervento”

“Istruzione, sanità, supporto psicosociale”: sono queste le priorità d’intervento sottolineate dall’indagine presentata nella riunione sulla “Crisi umanitaria in Siria e Iraq” organizzata dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che si è aperta oggi (fino a domani) presso l’Università Urbaniana, a Roma. “La sfida maggiore – si legge nel testo – è rappresentata oggi dalla risposta a un sempre maggiore bisogno di stabilità per il futuro delle famiglie, attraverso programmi di sviluppo agricolo-economico, di rilancio del tessuto sociale ed economico, di formazione professionale, di avvio di attività lavorative”: Altro impegno importante è “il rafforzamento di capacità degli attori locali è un impegno importante della rete ecclesiale, che si è ampliato e consolidato negli anni. Esso resta un aspetto essenziale anche per il futuro, soprattutto in un momento in cui competenze e sistemi di gestione sul terreno sono chiamati ad adeguarsi ai cambiamenti in atto”. Riguardo all’aiuto ai rifugiati nei Paesi limitrofi alla Siria, “è necessario prestare un’attenzione crescente alle comunità di accoglienza. Non possono essere sottovalutate le crescenti tensioni intercomunitarie ed è quanto mai importante continuare a lavorare sulla coesione sociale, su un accesso equo ai servizi pubblici, un sostegno alle persone più vulnerabili delle comunità ospitanti, un supporto adeguato alle infrastrutture dei paesi di accoglienza, in particolare nei settori sanitario ed educativo”. Uno dei temi centrali della risposta alla crisi e uno degli “ambiti prioritari” su cui si focalizzerà l’azione della Chiesa nei prossimi anni è il ritorno nelle comunità di origine”. Il fenomeno riguarda prevalentemente l’Iraq e la piana di Ninive (dove la maggior parte di coloro che fanno ritorno sono famiglie cristiane), mentre è più limitato in Siria. Uno degli orientamenti emersi nell’indagine è quello relativo “ai primi interventi di ricostruzione di strutture scolastiche, sanitarie e di siti religiosi. Importante in questo ambito è anche il lavoro di sensibilizzazione affinché siano garantite le condizioni di sicurezza e dignità per un ritorno nelle comunità di origine”. L’attenzione specifica ai bisogni delle comunità cristiane e al loro futuro nella regione mediorientale, così come ai loro bisogni materiali, spirituali e pastorali, costituisce, ribadisce l’indagine, “un elemento peculiare per la Chiesa, sia a livello di azioni in loco che di sensibilizzazione a livello locale e internazionale”. Altri settori di intervento restano quelli della protezione legale, l’accompagnamento dei rifugiati nelle procedure giuridico-amministrative, la tutela dei minori non accompagnati.

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