Teologia e saperi: mons. Lorizio (Univ. Lateranense), “alleanza, razionalità, dialogo”. No a “clericalismo”, sì a “laicità del sapere teologico”

Se il “nuovo umanesimo” va “pensato e vissut0 nella prospettiva dell’alleanza”, occorre intensificare il lavoro “perché si ricostituiscano le sinergie speso infrante fra teologia e pastorale, fra teologia e spiritualità e infine fra razionalità teologica e altre forme di razionalità”. Lo afferma mons. Pino Lorizio, docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense, intervenuto questo pomeriggio alla prima giornata del seminario annuale dei docenti di teologia e assistenti pastorali dell’Università Cattolica “‘Le parole dei saggi fanno gustare la scienza’ (Pr 15,2)’. Dire la scienza con parole di sapienza”, in corso fino al 13 settembre preso il Santuario di Caravaggio (diocesi di Cremona ma provincia di Bergamo).  Interrogandosi sui “nuovi orizzonti” nei quali “la teologia è chiamata ad esprimersi”, Lorizio delinea le coordinate del contesto attuale tra nuovo umanesimo, post-umano e trans-umano e indica “una triplice uscita di sicurezza”. In primo luogo “uscire dal postmodernismo, prendendo atto della sua ‘morte'” e “recuperando un autentico illuminismo”. La teologia dovrà quindi “rivendicare la propria specifica forma di razionalità” e porsi “in fecondo rapporto con le altre forme del sapere, in particolare quelle cui i nostri studenti dedicano il loro studio”. Infine occorre “uscire dal clericalismo” per recuperare un’autentica “laicità” del sapere teologico, “a prescindere se esso venga professato da membri del clero religioso o secolare o da cristiani laici”.

 

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