Nave Diciotti: quattro migranti alla diocesi di Arezzo. Don Francioli (Caritas), “come cristiani non possiamo tirarci indietro”

“Nonostante i problemi, quando si tratta di avvicinarci a persone sofferenti non c’è ideologia o religione che tenga”. Non usa giri di parole don Giuliano Francioli, direttore della Caritas di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, per spiegare perché la diocesi toscana ha deciso di accogliere quattro dei migranti salvati dalla Nave Diciotti. “Siamo cristiani e credenti: dove è carità e amore, lì c’è Dio e quindi non possiamo tirarci indietro”, aggiunge il sacerdote sottolineando che “colpisce il cuore vedere questi ragazzi”. “Il nostro gesto di accoglienza è nella norma. Questi dovrebbero essere i gesti della Chiesa”, osserva don Francioli. “I giovani, che hanno tra i 20 e i 24 anni, sono arrivati ieri sera e per loro abbiamo organizzato una piccola festa di benvenuto insieme ad una famiglia eritrea che vive qui. Sono in buone condizioni di salute, anche se psicologicamente provati e stanchi e hanno un trascorso di vita pesante”, racconta il vicedirettore della Caritas locale, Andrea Dalla Verde. “Sono ospitati nella principale casa di accoglienza della diocesi, la Casa San Vincenzo, che accoglie migranti e richiedenti asilo all’interno deli programmi della Prefettura di Firenze, poveri di casa nostra e adesso anche questi quattro ragazzi”, continua Dalla Verde ricordando che “i migranti cominceranno un percorso con la mediatrice culturale anche per spiegare quali sono le modalità di accoglienza e capire quali sono le loro volontà”.

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