Custodia del creato: Camargo, “nei prossimi 10 anni previsti 220 milioni di sfollati per cambiamenti climatici”

“Lo spostamento forzato per i cambiamenti climatici non è una prospettiva futura, è presente”. Lo ha detto Felice Camargo, rappresentante regionale per il Sud Europa dell’Unhcr, nella seconda sessione del convegno dedicato alla XIII Giornata nazionale per la custodia del creato. “Si prevede che 220 milioni di persone saranno sfollate nei prossimi 10 anni – ha proseguito -. Le conseguenze del cambiamento climatico sono le questioni internazionali più importanti al momento. In molti dei conflitti odierni il fattore ha avuto un ruolo. Anche in Siria la siccità ha portato all’emigrazione e allo sfollamento forzato della popolazione”. “Il termine di rifugiato climatico – ha precisato – rende bene l’idea, ma l’Unhcr preferisce fare riferimento al termine sfollato”. “Nella maggior parte dei casi, gli sfollati in altri paesi non ricevono la protezione nazionale” e, come ha sottolineato più volte Camargo, in particolare i bambini non ricevono un’istruzione scolastica, fondamentale anche per la tutela dell’ambiente. Nella sua lectio magistralis, il rappresentante ha ricordato che l’Agenzia per le Nazioni Unite per i Rifugiati “ha svolto un’indagine su sei casi di sfollati climatici. Nella quasi totalità è emersa la necessità di fornire protezione delle persone, come la perdita dei documenti perché nei Paesi di origine è quasi impossibile ottenere anche solo i certificati di nascita. I rischi sono accentuati nei casi di donne e bambini. Il traffico delle persone aumenta infatti per colpa dei cambiamenti climatici. I bambini per anni e anni non possono accedere all’educazione scolastica. Le situazioni di sfollamento evidenziano anche dei problemi di accesso sanitario e assistenza amministrativa o legale. Chi arriva in Europa non fugge solo da guerre o problemi economici, ma è costretto dalla siccità o dall’innalzamento del livello del mare a emigrare. Il trasferimento programmato si sta realizzando già in alcune parti del mondo come per esempio in Oceano pacifico. Dove e chi potrà accoglierli? Guardando al futuro – ha concluso -, i diritti umani di queste persone devono figurare fra gli obiettivi dei programmi internazionali”. A chi gli chiedeva di quale rapporto avesse con il nuovo governo italiano, Camargo ha risposto: “Non ho avuto finora occasione di incontrare il ministro Salvini. Il tema non è solo italiano ma europeo, ed è la mancanza di gestione della migrazione. In Italia non c’è un’invasione, tutti i rifugiati riconosciuti hanno diritto a un lavoro ma per lo più sono impiegati in nero nei campi”.

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