Ambiente: Romano (Urbaniana), “come cristiani abbiamo il diritto di svelare certi meccanismi”

Di martiri per la difesa del creato ha parlato Angelo Romano, docente di teologia Pontificia Università Urbaniana, nel suo intervento al Convegno in corso oggi a Veroli. “I martiri – ha detto – hanno difeso la comunità arrivando fino al punto di esporre se stessi. Il modello deve rimanere vivo per farci capire l’importanza di questi temi”. “Nel passato – ha ricordato -, il martirio era qualcosa di molto verbale e testimoniale. La domanda da farsi è se questa è l’unica modalità del martirio cristiano. Con Giovanni Paolo II è iniziata la riflessione teologica e nel Vaticano II si esplicita il martirio, cambia la prospettiva perché centrale diventa l’amore per gli altri. Questo è qualcosa che nella tradizione cristiana era già presente. Si viene uccisi perché si vive da cristiani e per farlo bisogna essere legati al creato”. “Tutto questo – ha osservato – diventa riflessione approfondita nella Laudato si’ perché se amiamo i nostri fratelli non possiamo far altro che curare il creato perché, in parole povere, non gli possiamo sfasciare la casa”.

“C’è – ha insistito – una interconnessione fra la cattiva gestione dell’ambiente e la violenza. Un esempio è l’Honduras, il Paese più violento al mondo. Sarà un caso che lì da 30 anni esistono delle zone in cui le multinazionali possono sfruttare il territorio e le persone senza limiti? Anche in altri Paesi c’è un rapporto simbiotico fra lo sfruttamento delle risorse naturali e la sofferenza delle persone. In mezzo c’è il martirio delle persone che parlano di queste situazioni. In Centro Africa, il conflitto è alimentato da chi vuole sfruttare le risorse minerarie e genera forme di violenza anche contro i cristiani che si oppongono a queste logiche. Per trovare le storie non dobbiamo andare troppo lontano, per esempio Mario Francese, un giornalista siciliano ucciso a Palermo negli anni ’70 perché indagava su una diga e l’impatto che avrebbe avuto sulle popolazioni. Oppure il parroco di Borgo Montello ucciso pochi anni fa perché si era opposto a una discarica andando contro gli interessi della camorra. Tutto questo fa parte dell’essere cristiani. Come cristiani abbiamo il diritto di svelare certi meccanismi”. Al termine dell’intervento, sono stati letti i 66 nomi delle persone uccise per la difesa del creato nel 2018. Solo dieci giorni fa, si è registrata l’ultima vittima. Ogni settimana nel mondo muoiono in media 4 persone. Lo scorso anno sono stati 197.

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