Vaccini a scuola: rinvio obbligo a settembre mette avvio anno scolastico a rischio caos. L’Anp chiede incontro urgente con ministro Grillo

Il decreto Milleproroghe che ieri ha incassato il sì del Senato è stato calendarizzato alla Camera per la conversione in legge l’11 settembre. Nel decreto è inserito l’emendamento che fa slittare di un anno l’obbligo di certificazione vaccinale per l’accesso dei bimbi da zero a sei anni ad asili e scuole d’infanzia introdotto dalla legge Lorenzin, ma l’11 settembre l’anno scolastico sarà già iniziato nella Provincia autonoma di Bolzano, in Friuli, Piemonte, Abruzzo e Basilicata. Per questo nelle scuole si rischia il caos. Inoltre, alla proposta del ministro della Salute Giulia Grillo di inserire i bimbi immunodepressi in classi di compagni vaccinati, Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi (Anp), replica con un interrogativo: “Come si possono mantenere le distanze” tra immunodepressi e non vaccinati “in palestra, in gita o in corridoio?”. Parere negativo anche da Mario Rusconi, presidente Anp-Lazio che sottolinea l’importanza delle relazioni tra gli alunni conservando negli anni successivi le sezioni formate al primo anno: “L’emendamento non tiene conto di questo fondamentale principio e, per assicurare la distribuzione dei non vaccinati, apre alla possibilità che i bambini possano cambiare classe, causando evidenti effetti negativi sia sul piano educativo che su quello formativo”. Inoltre, aggiunge, i presidi “entro fine luglio hanno già formato le classi e le sezioni”. Per questo il presidente Giannelli ha richiesto un incontro urgente con il ministro Grillo. “La paventata eventualità di un differimento degli obblighi vaccinali pone enormi problemi organizzativi al sistema educativo – scrive al ministro -. Non è realisticamente ipotizzabile, in particolare, l’eliminazione del rischio di contagio per i bambini impossibilitati a vaccinarsi mediante un inserimento in classi ‘differenziate'”. L’Anp si chiede inoltre chi avrà il compito di controllare la veridicità delle autocertificazioni che non sono “soluzioni semplici e prive di conseguenze anche penali”.

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