Paolo VI: mons. Semeraro (Albano), “il magistero del Papa morto quarant’anni fa è lo stesso del Papa di oggi”

“Una volta, parlando qui a Castello”, Paolo VI di cui oggi ricorre il 40° dalla morte e che il prossimo 14 ottobre verrà canonizzato, “s’immaginò non già sulla cima di un monte, ma sul ponte di comando di una nave”, ha ricordato questa mattina il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, nell’omelia della messa celebrata a Castel Gandolfo. Lo sguardo del Papa, “non era sullo spazio, ma sul tempo (ch’è superiore allo spazio, direbbe oggi Francesco)”, osserva Semeraro. Montini vedeva “l’Antico e il Nuovo Testamento riassunti in Gesù Cristo, ch’è il punto di partenza della Chiesa”, le “umane vicende” dove “Chiesa e mondo s’incontrano e si scontrano” e, da ultimo, il futuro. Per il vescovo di Albano, “lo sguardo di Paolo VI somiglia a quello dei tre discepoli, soli con Gesù sul monte”. Cristo “dunque, al principio e al termine; all’inizio e al compimento. Nel presente ci siamo noi, che cerchiamo di scrutare i segni dei tempi, ossia discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prendiamo parte con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio: sono parole – spiega il presule – tratte dalla costituzione conciliare Gaudium et spes (cf. nn.4. 11), il cui senso Montini anticipò in quell’udienza estiva del mercoledì 25 agosto 1965”. “Il magistero del Papa morto quarant’anni fa – conclude – è lo stesso del Papa di oggi, che il prossimo 14 ottobre iscriverà Paolo VI all’albo dei santi nel Paradiso”.

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy