Iraq: Acs, quattro anni dopo l’invasione dell’Isis la metà dei cristiani sono rientrati nella Piana di Ninive

A quattro anni esatti dall’invasione da parte di Isis della Piana di Ninive, che costrinse oltre 125mila cristiani a fuggire, sono rientrate ben 8.815 famiglie cristiane, il 44,6% di quante ne erano presenti nel 2014. A darne notizia oggi è Aiuto alla Chiesa che soffre che ha promosso una campagna di ricostruzione – un “Piano Marshall” lo ha definito il direttore di Acs-Italia, Alessandro Monteduro – che fino ad oggi ha permesso di riedificare o restaurare 4.765 delle 13.555 abitazioni distrutte o danneggiate da Isis, ovvero il 35,2% degli edifici. “Il sorprendente risultato finora raggiunto – afferma Monteduro – ci sprona ancor più ad andare avanti. È passato meno di un anno ormai da quando ci siamo impegnati in questo ambizioso Piano e la generosità dei nostri benefattori è stata straordinaria. Ci sono tante famiglie cristiane che vogliono tornare a Ninive e noi li aiuteremo affinché il Cristianesimo possa rimanere in Iraq!”. Sono migliaia infatti le famiglie che attendono di tornare a casa e in occasione del “tragico anniversario” del 6 agosto, Acs-Italia lancia una nuova campagna di raccolta fondi. “Abbiamo ancora tanto lavoro da fare – spiega don Georges Jahola, uno dei membri del Comitato per la ricostruzione di Ninive, istituito dalla Fondazione pontificia insieme alle Chiese caldea, siro-cattolica e siro-ortodossa per coordinare la ricostruzione –. La prossima fase è molto impegnativa perché prevede la ricostruzione delle abitazioni interamente bruciate o distrutte”. I cantieri sostenuti da Acs continuano infatti i lavori a pieno ritmo. Amjeed Tareq Hano è un giovane di 28 anni che aiuta il team di 70 ingegneri al lavoro nella sola Qaraqosh. Sulla sua scrivania un’alta pila di richieste. “Per poter ricevere un sostegno i proprietari devono contribuire personalmente alla ricostruzione o al restauro – spiega il giovane cristiano – Soltanto così possiamo contenere i costi ed aiutare altre famiglie”. Amjeed sottolinea come il governo iracheno non abbia affatto sostenuto l’opera di ricostruzione. “Sconfiggiamo Isis armati di intonaco e mattoni e senza l’aiuto di Acs non saremmo mai potuti andare avanti!”. Dal 2014 al giugno 2018, Aiuto alla Chiesa che soffre ha donato circa 39,7 milioni di euro per progetti a sostegno dei cristiani iracheni.

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