Braccianti morti in Puglia: mons. Pelvi (Foggia), “risvegliare i valori primari e inalienabili dell’accoglienza per ogni persona”

“In queste ore di lutto per la morte di tanti giovani migranti percepiamo buio e desolazione e invochiamo il soffio della carezza di Dio sui nostri migranti. La morte di tanti giovani non cancella il valore e l’intensità di ciò che hanno donato alla nostra terra”. Così mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo della diocesi di Foggia-Bovino, nell’omelia della messa in suffragio delle quattro vittime dell’incidente stradale di sabato scorso nel foggiano. Ma queste parole sono rivolte anche all’incidente che ha visto morire dodici migranti questo pomeriggio, sempre nel foggiano e sempre per un incidente stradale al ritorno dal lavoro nei campi”. Mons. Pelvi ricorda che “Gesù ci sorprende sempre. La gloria di cui parla il Vangelo della Trasfigurazione indica il luminoso rivelarsi di Dio. Non è più tempo per distrarci, ma per offrire i segni della presenza di Gesù che si fa carne anche nel corpo ferito di tanti poveri ed emarginati, migranti e rifugiati”. Di fronte alle loro sofferenze e all’emarginazione, mons. Pelvi sottolinea che “dobbiamo esprimere una tenerezza che è desiderio di custodire l’altro. Questi fratelli cercano un luogo dove vivere in pace. I migranti portano un carico di coraggio, capacità, energie e arricchiscono la vita di chi li accoglie. L’umanità ha bisogno di essere abbracciata, e molto di più quando è ferita, sminuita e soffocata dall’esclusione”. Serve oggi “una educazione nelle famiglie, nelle comunità parrocchiali, nella società, ad un nuovo rispetto della persona umana, risvegliando i valori primari e inalienabili dell’accoglienza per ogni persona, non dimenticando che l’indifferenza genera iniquità sociale e timori diffusi”.

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