Colombia: Puerto Carreño inondata. Appello del vescovo, “colpite 6mila famiglie. Stiamo aiutando soprattutto le popolazioni indigene”

Cresce l’emergenza nella zona orientale della Colombia, da giorni flagellata da forti inondazioni provocate dalle copiose piogge stagionali. Un appello arriva in particolare da Puerto Carreño, capoluogo del dipartimento del Vichada, che si trova ai confini con il Venezuela. La città è bagnata da ben tre fiumi, che sono tutti esondati, come spiega al Sir il vescovo del vicariato apostolico di Puerto Carreño, mons. Francisco Antonio Ceballos Escobar, nel corso di una breve telefonata resa difficoltosa dalla frequente interruzione delle linee telefoniche ed elettriche: “La città è in riva all’Orinoco e qui confluiscono il Meta e il Rio Vita. Il loro limite è di 14 metri, in questi giorni l’acqua è salita a un livello di 16 metri e mezzo, il che significa che è di circa 2 metri e mezzo sopra il letto del fiume e ha invaso quasi tutta la città, moltissime abitazioni. Una quindicina di quartieri sono praticamente sott’acqua. Stimiamo che le famiglie colpite dall’alluvione siano circa 6mila. Siamo in questa situazione da giorni e anzi l’acqua continua e crescere”. Mons. Ceballos guarda anche a quanto succederà dopo, quando l’emergenza sarà passata: “Sicuramente l’acqua scenderà molto lentamente, e ci lascerà difficoltà sanitarie, zanzare, problemi igienici”. Molti anche gli animali affogati in questi giorni.

La Chiesa si è subito mobilitata, in collaborazione con le autorità civili. “La priorità – dice il vescovo – sta andando alle popolazioni indigene, che sono le più povere e anche le più colpite, perché vivono perlopiù lungo i fiumi. E poi abbiamo attivato una raccolta di generi alimentari, coperte, vestiario, prodotti per l’igiene personale. Ci siamo rivolti alla Conferenza episcopale colombiana e al Banco alimentare”. Mons. Ceballos ha rivolto un appello alla solidarietà e al pronto invio di generi di prima necessità anche attraverso un videomessaggio pubblicato sul sito della Conferenza episcopale colombiana. “Nella Chiesa – afferma – il dolore di una persona è il dolore di tutti”. Da trent’anni non c’erano nella zona inondazioni di tali dimensioni. E una situazione altrettanto grave si vive, più a sud, nel dipartimento Guainía, sommerso per vasti tratti dalle acque. Qui le famiglie coinvolte sono circa 14mila.

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