Cile: vescovi su abusi, decisioni e impegni con particolare attenzione alle vittime. Da ogni vescovo “disponibilità a incontrarle”

Una precisa serie di decisioni e di impegni viene elencata nella Dichiarazione diffusa ieri dalla Conferenza episcopale cilena (Cech), al termine dell’assemblea plenaria straordinaria che si è svolta a Punta de Tralca per approfondire la situazione della Chiesa cilena di fronte allo scandalo degli abusi. La prima decisione riguarda il dovere da parte di tutte le diocesi del Paese di collaborare con i Pubblici ministeri che indagano su casi di abusi su minori. A tal proposito sarà aggiunto un allegato al testo delle linee guida “Cura e speranza”, non appena sarà raggiunto un accordo con la Procura nazionale. Inoltre, si darà notizia di ogni avvio di procedimento diocesano su presunto abuso. Il Consiglio nazionale di prevenzione di abuso e accompagnamento delle vittime, che sarà presieduto dall’avvocato Ana María Celis Brunet, d’ora in poi avrà nuove competenze e in particolare: il dare seguito all’implementazione del testo di linee guida “Cura e speranza” in tutte le diocesi, con attenzione particolare alla ricezione delle denunce e all’accompagnamento delle vittime; il Consiglio riceverà informazioni aggiornate sulla quantità di inchieste previe e di procedimenti penali in corso; viene creato un Dipartimento di prevenzione degli abusi – presieduto anche in questo caso da una donna, Pilar Ramírez Rodríguez – per rendere esecutivi gli orientamenti del Consiglio; tale Dipartimento potrà ricevere direttamente denunce riguardo ad abusi; sul sito della Cech saranno pubblicati i nomi dei sacerdoti condannati con sentenza definitiva civile e canonica per abuso di minori.

Nella Dichiarazione, oltre alle decisioni immediate, i vescovi assumono anche alcuni impegni a più largo raggio. In particolare, “ad aumentare la disponibilità a incontrarsi personalmente, ciascun vescovo, con le vittime di abusi commesse da sacerdoti delle nostre giurisdizioni”. Un altro impegno riguarda la ricerca di “criteri comuni nei processi di riparazione verso le vittime di abuso”. Sempre più saranno promossi percorsi di formazione permanente e di prevenzione, sia per i consacrati che per tutti gli operatori pastorali, e saranno elaborati adeguati protocolli e codici di comportamento”. Infine, viene confermato l’accordo sull’ipotesi di estendere i termini di prescrizione previsti dalla legge, in modo tale che il passare del tempo “non impedisca la possibilità di sanzionare gli illeciti e di procedere ai percorsi di riparazione”.

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