Camerun: vescovi, “le prossime elezioni siano libere e trasparenti”

“Le prossime scadenze elettorali sono decisive per la vita del Paese e auspichiamo, secondo gli insegnamenti della Chiesa, che il popolo possa esercitare la sua sovranità scegliendo in modo libero, pacifico e responsabile, i suoi dirigenti” affermano i vescovi del Camerun in una lettera pastorale firmata da mons. Samuel Kléda, arcivescovo di Doula e presidente della Conferenza Episcopale camerunese. Il 7 ottobre si terranno le elezioni presidenziali, seguite da altre consultazioni elettorali nel 2019. I vescovi sottolineano che “le elezioni si terranno in un contesto socio-politico particolare: la crisi nelle regioni del nord-ovest e del sud-est, l’insicurezza nell’estremo nord, causata dalla setta Boko Haram e l’impatto del conflitto centrafricano sulla regione di frontiera dell’est del Camerun”. Le regioni del nord-ovest e del sud-est sono quelle dove vive la minoranza anglofona che protesta per l’imposizione della lingua francese a livello amministrativo, giudiziario e scolastico. Queste regioni il 1° ottobre 2017, hanno dichiarata simbolicamente la loro indipendenza. Queste tensioni “potrebbero turbare lo svolgimento sereno e pacifico delle elezioni nel Paese”, ammoniscono i vescovi che ricordano che solo un voto libero e trasparente, può “garantire la pace, la stabilità e la giustizia”. Invitando tutti gli elettori ad adempiere al loro diritto-dovere di votare, la Conferenza Episcopale indica alcuni criteri per orientarsi nella scelta di “candidati capaci di fare fronte alla crisi sociale, economica e politica del Paese”. “I candidati devono impegnarsi di fronte al nostro popolo e alla comunità internazionale a promuovere l’unità del Paese e l’intangibilità delle sue frontiere, la sua indipendenza e la sua dignità nel concerto delle nazioni moderne” si sottolinea nel documento. Occorre inoltre scegliere candidati che offrono vere soluzioni ai problemi del Paese come corruzione; perdita del senso del bene comune; crisi nella regioni anglofone; disuguaglianze sociali; disoccupazione giovanile; lotta contro Bolo Haram. La Chiesa cattolica si impegna a contribuire a garantire il corretto svolgimento delle elezioni attraverso gli osservatori elettorali formati e gestiti dalla Commissione episcopale “Giustizia e Pace”. Lanciando un appello “ai candidati a operare per la salvaguardia dell’unità e della pace nel nostro Paese”, i vescovi concludono affidando il Camerun a Maria, Regina della Pace.

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