Bosnia-Erzegovina: Caritas locale e Caritas Europa in aiuto ai migranti. Bombardi, “inverno balcanico potrebbe costare vite umane”

L'ex studentato di Bihac dove dormono 3mila migranti (foto Msf)

Avviare una risposta umanitaria il prima possibile in aiuto ai migliaia di rifugiati in Bosnia-Erzegovina ammassati alla frontiera croata senza un rifugio sicuro. A questo si sta preparando la Caritas Bosnia-Erzegovina che in questi giorni (dal 28 al 31 agosto) è stata visitata da due operatori dalla segreteria della Caritas Europa per avviare le procedure necessarie per il finanziamento dei progetti che dovrebbero partire dall’inizio dell’autunno. La delegazione di Caritas Europa ha visitato i campi profughi a Delijas, vicino a Sarajevo, Salakovac, vicino a Mostar e Bihac. Oggi invece si è svolto un incontro finale con gli operatori di tutte i rami della Caritas nel Paese balcanico che operano con i migranti. “Quello che preoccupa di più è l’imminente arrivo del maltempo e la passività delle autorità che non hanno predisposto alcuna struttura adeguata per le migliaia di persone che dormono o in tende che alla prima pioggia si trasformano in piscine o in edifici abbandonati”, spiega al Sir Daniele Bombardi, rappresentante della Caritas italiana nei Balcani. Durante l’estate gli operatori della Caritas Bosnia-Erzegovina hanno distribuito pacchetti di generi alimentari per i migranti alle stazioni. Ci sono diverse carenze: di cure mediche, di letti e materassi, di cibo, di abbigliamento, di servizi igienici. L’arrivo dell’inverno balcanico però potrebbe costare vite umane, avvertono gli operatori.

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