Agricoltura: rischio siccità in Emilia Romagna nonostante il maltempo delle ultime ore

È allarme siccità in Emilia Romagna. A dispetto del maltempo di questi giorni, l’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) in una nota indica come a rischio vi sia la produzione di uno dei territori agricoli più importanti per il Paese. “La stagione irrigua non è ancora conclusa – spiega l’Anbi –, ed il Consorzio di bonifica Parmense (la principale fonte di distribuzione idrica per le colture tipiche di un territorio con 1.300 chilometri di canalizzazioni) segnala la perdurante mancanza di disponibilità idrica per soddisfare le esigenze del comparto agricolo, penalizzando pregiate colture ancora in corso di maturazione come il pomodoro, le orticole ed i prati stabili, essenziali per il foraggio utile alla produzione del Parmigiano Reggiano, eccellenza casearia italiana”.
Il rischio, viene spiegato, è che lo stress idrico possa “compromettere seriamente i raccolti con conseguenti danni economici per le imprese agricole del comprensorio; l’insufficienza di risorsa idrica da distribuire sul territorio aumenta, inoltre, il rischio di conseguenze ambientali. Da qui, la necessità di proseguire nella distribuzione irrigua, che non può essere soddisfatta esclusivamente attraverso i prelievi dai pozzi, ma che necessita di derivazioni più consistenti da corsi d’acqua con portate sufficienti”.
L’Anbi indica anche le zone più a rischio: a Sud della via Emilia e in Val d’Enza (dove pare sia in evidente sofferenza sono vigneti e prati stabili).
“Cambiamenti climatici e necessità produttive stanno allungando la stagione irrigua, obbligando a porre rimedio a situazione di criticità idrica – commenta Francesco Vincenzi, presidente di Anbi –, per questo bisogna avviare da subito il confronto, fra tutti i soggetti interessati, soprattutto in vista della prossima attuazione della Direttiva europea sui deflussi ecologici, che si pone l’obiettivo di conseguire l’equilibrio fra raggiungimento del buono stato dei corsi d’acqua, richieste per gli utilizzi idrici e diminuzione di disponibilità di risorse idriche a causa dei cambiamenti climatici”. Oltre a questo, Anbi specifica che è necessario individuare e verificare misure sostenibili, “che tengano conto delle specificità dei singoli territori, tenendo conto, ad esempio, delle condizioni dei torrenti appenninici, non confrontabili con i regimi idrologici di altre aree continentali”

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