Papa Francesco: p. Spadaro su La Civiltà Cattolica, “per lui educare è costruire una nazione, accogliere le diversità, integrare, valorizzare l’inquietudine”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Educare è una delle arti più appassionanti dell’esistenza, e richiede incessantemente che si amplino gli orizzonti”. In questa affermazione del Papa si racchiudono il valore e la centralità della sfida educativa per Francesco e da qui, scrive p. Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, “possiamo rilanciare a questo punto la nostra azione”. Nel quaderno 4037 della rivista, in uscita sabato 1° settembre, Spadaro delinea i sette “pilastri” del pensiero educativo del Pontefice formatosi nel corso del ministero episcopale a Buenos Aires. Anzitutto “educare è integrare”. L’arcivescovo Bergoglio “inquadra l’educazione sempre all’interno di una visione ampia della società”, spiega Spadaro; per lui educare “significa costruire una nazione”. “Un altro elemento centrale per la costruzione sociale è l’accoglienza delle diversità” da considerarsi come “‘sfide’ positive, risorse, non problemi, da valorizzare per il bene di tutti”. Per Francesco occorre inoltre “affrontare il cambiamento antropologico” nella consapevolezza che “le sfide educative oggi non sono più quelle di una volta”.
Ulteriore pilastro, l’inquietudine come “motore dell’educazione” che non è “addomesticamento”, anzi. Secondo Bergoglio “l’unico modo per riguadagnare l’eredità dei padri è la libertà” e “non c’è libertà se non c’è l’inquietudine”. E ancora: “la domanda e la ricerca come metodo” perché, disse l’allora arcivescovo di Buenos Aires, “le nostre scuole non devono affatto aspirare a formare un esercito egemonico di cristiani che conosceranno tutte le risposte, ma devono essere il luogo dove vengono accolte tutte le domande”. Bergoglio invita inoltre alla consapevolezza e all’accoglienza dei limiti creando “a partire da ciò che esiste”, e a vivere una “fecondità generativa e familiare”. “L’educazione – chiosa Spadaro – non è una tecnica, ma una fecondità generativa: ‘Dialogare è avere capacità di lasciare eredità’”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy