La “qualità della vita” non è “autonomia ed efficienza”; è “la non solitudine, la rete d’amore nella quale viviamo”. Ne è convinto il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova. Nell’omelia della messa presieduta questo pomeriggio in occasione della solennità della Madonna della Guardia, Bagnasco si sofferma sul concetto di “qualità della vita” di cui oggi si parla spesso “come se fosse questo il criterio per giudicare se un’esistenza umana valga la pena di essere vissuta o no”. A ben vedere, precisa, la cosiddetta “qualità della vita” è intesa “come autonomia ed efficienza”. Di qui il richiamo alle parole di Papa Francesco a Dublino sulla cultura diffusa che “scarta tutto quello che non serve, scarta i bambini perché danno fastidio, scarta i vecchi perché non servono…”. La vita, avverte il porporato, “non è sempre nel pieno vigore degli anni” e “della capacità di affermare se stessi”, ma “quando abbiamo bisogno, dobbiamo uscire dalla nostra sufficienza e tendere la mano per chiedere aiuto, mentre gli altri sono interpellati ad uscire a loro volta dal proprio guscio sicuro e comodo per offrire la mano e coinvolgersi nel destino altrui”. In questo modo si apre “una rete di interesse, di vicinanza, di amore fraterno, per portare gli uni i pesi degli altri”. Non ha dubbi l’arcivescovo: “La cosiddetta ‘qualità della vita’ è questa: la non solitudine, la rete d’amore nella quale viviamo!”. Con riferimento al crollo del viadotto Morandi, Bagnasco sottolinea l’importanza che “comunità cristiana e società civile” rimangano unite e invoca la Madonna della Guardia affinché “ci aiuti a condividere i disagi degli altri con umiltà e coraggio, con forza e determinazione. Non tutti possiamo far tutto, ma tutti possiamo fare qualcosa: un sorriso benevolo, un silenzio che ascolta, una parola semplice, una disponibilità di alloggio, una preghiera alla Vergine”.